Omelia (18-04-2010)
don Carlo Occelli
Si manifestò così.

Siamo nel tempo di Pasqua: evviva! Cristo è risorto e illumina la nostra vita! E' lui la sorgente della nostra fede, il fondamento della nostra speranza, la luce dei nostri cuori!
Ma è proprio così? Veramente la mia vita è luminosa, viva, risorta, sprizzante di gioia? Veramente il mio volto e la mia vita testimoniano che io credo nel Vivente?
Mi manca qualcosa, sai Gesù?

"In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così...".
Non potresti ripeterti? Ancora una volta? L'ultima! Dai... Non potresti manifestarti anche a me, perché anch' io possa lasciarmi alle spalle la notte e godermi il sole del giorno?
Con questi interrogativi leggo questa pagina del vangelo: ho voglia di risurrezione! Di gioia, di un cuore fiorito e di occhi sorridenti.
Perché talvolta, spesso, le mie giornate sono così tutte simili, innocue, con le ore che si succedono tali e quali al giorno prima. Ed allora mi domando: ma perché sono qui? Perché faccio quello che faccio? Che senso ha la mia vita? In quale mare piatto e noioso mi hai condotto?
Ma a te non capita mai? Ti alzi la mattina, porti i figli a scuola, coda per entrare in città e prime arrabbiature, il lavoro, il capo e i colleghi, il caffè fa schifo e oggi hai pure il colloquio con i prof e non sai più che farci con tuo figlio... o la scuola, i compiti, al muretto con gli amici in oratorio al campetto, si parla sempre delle stesse cose ma non lo diresti mai, si pensa al sabato sera, a qualcosa di nuovo di diverso che ti tiri fuori da questa noia mortale... ma non c'è la festa di Tatiana?
E via così, si tira a campare. Incontri sotto i portici un amico: "Tutto bene?" "Tutto bene, e tu?" "Non c'è male, grazie" E analoghi discorsi, ognuno con un gergo differente che cambia il suono delle parole, non la sostanza.
Tutto bene? Ma per piacere! Ma che vita è?
Poi arriva la Pasqua ed una voce, benedetta!, che mi domanda: ehi? E' l'ora di svegliarsi! C'è qualcuno in casa?
Tutto bene, grazie....???... Adesso mi alzo... 5 minuti...
Un registratore. Sono un registratore.
Basta, stacco la spina al registratore e mi riprendo la mia vita. Vita! Viva!

Ah già, stavo leggendo il vangelo. Pietro si trova insieme a Tommaso, Natanaele, Giacomo, Giovanni e altri due di cui non si dice il nome (chissà perché?!) e dice loro: Io vado a pescare. Un po' arrogante il ragazzo: io vado là, voi fate quel che volete. Ma quelli gli corrono dietro. Pecore.
Presero la barca, ma quella notte non presero nulla.

Gulp! Non è possibile! Che sia scritta proprio per me sta roba? Non stanno vivendo l'amarezza e la tristezza di fare delle azioni, senza sapere più per cosa e per chi le fanno? Non trasuda rassegnazione quell'espressione: io vado a pescare? Tanto, che c'è di meglio da fare?
Ci sono salito anch'io tante volte su quella barca, mi sono imbarcato un sacco di giorni, con la strana sensazione di tornarmene a casa sempre senza pesci. Ora che la guardo bene, quella è proprio la mia barca, sì la riconosco. E quelli sono proprio i miei amici, li conosco da una vita.
Siamo sulla riva, sulla soglia tra terra e mare. Un tale, ma che vuole? E chi lo conosce?, ci domanda: non avete nulla da mangiare?
Ma ti pare? No, dico, ma ci hai guardati in faccia? Dai un'occhiata alla barca: vuota! Non sappiamo di che sfamarci! Non ce l'abbiamo per noi, vuoi che ce l'abbiamo per te?
"Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete".
Tornare a pescare? A quello che ho fatto fino a cinque minuti fa? E che cosa può essere cambiato?
Eppure ascolto quella parola. Rifaccio esattamente quello che ho fatto per tutta la notte, senza prendere nulla. Solamente dalla parte destra. C'è qualcosa di diverso. Do fiducia a quella parola.

Credevo fosse impossibile. Credevo che solo un miracolo potesse risollevarmi nella vita. E invece no. Ho fatto la stessa azione, e la rete si è riempita di pesci.
Solamente in quell'istante qualcuno dice: "E' il Signore" E anch'io trovo il coraggio di buttarmi a mare. Anch'io finalmente lo riconosco. E il cuore riprende a danzare, gli occhi a sorridere. E non mi viene più da chiederti: ma sei proprio tu? Ma quando ti manifesterai anche a me?

Allora la vita riprende a vivere. Ma questa volta sul serio: e mi prende una voglia matta di rimettermi a pescare, di alzarmi domani e di fare le stesse cose che ho fatto oggi, ma dando fiducia alla tua parola. COn un'altra consapevolezza, un altra spirito, un'altra gioia!
Solo una cosa mi domandi: mi ami, tu? Allora prenditi cura degli altri.
Signore, lo sai che ti voglio bene, non come vorrei, ma ti voglio bene.

Caro amico, siamo sulla stessa barca, ognuno con le stesse medesime ore da vivere tutti i giorni! Proprio in questa tua routine, verrà il Signore e si manifesterà.
Prova ad ascoltare la sua parola. Proviamoci insieme. Ma sul serio!
Vogliamo vedere se si manifesterà?