Omelia (29-08-2008) |
don Luciano Sanvito |
In testa il primato di Dio IL MARTIRIO DEL PROFETA RIPORTA IN TESTA IL PRIMATO DI DIO Quello che viene sminuito, attraverso il martirio viene recuperato. Sembra assurdo, ma proprio quello che viene ucciso provoca la vita. Quelle realtà che nella Chiesa anche oggi trovano ostilità, sono le stesse che ne portano in auge il valore e la esaltano. Quasi quasi, dobbiamo ringraziare i nostri persecutori, verrebbe da dire. E se non è letteralmente così, però avviene una realtà simile, in quanto ogni segno di contrarietà, di persecuzione e di uccisione anche solo morale, ogni decapitazione delle realtà della fede, provoca la rinnovata esperienza della fede in modo nuovo, rinnovato, rinnovante e efficace più di prima. La Chiesa, insomma, non va avanti con le forse umane e dei potenti (anche se talvota può sembrare così e si è tentati di farlo), ma attraverso il sangue fisico o morale del martirio, della prova, delle sofferenze che, rivissute in Cristo, in riferimento al progetto di Dio, alla sua misteriosa volontà, ridonano alla forza della fede la piena e autentica potenza: quella dell'amore di Dio presente in quel momento. * Dio non abbandona mai la nostra storia, ci dice il martirio di Giovanni; e tutte le forze contrarie non prevarranno sulle testimonianze che la Chiesa è invitata a rendere nel mondo e per il mondo. |