Omelia (22-10-2000) |
padre Paul Devreux |
Mc 10, 35-45 Gesù sta salendo a Gerusalemme, e ha appena finito il terzo annuncio della passione. I fratelli Giacomo e Giovanni, gli domandano di sedere accanto a lui nella sua gloria. Questo è giudicato male dagli altri discepoli che si sentono scavalcati. Eppure, aldilà della rivalità che scatenano, la domanda mi sembra legittima, visto il contesto. Si stanno disponendo ad affrontare Gerusalemme con Gesù, e desiderano essere rassicurati almeno sul buon esito delle sofferenze che devono affrontare: "Signore, veniamo con te, ti staremo vicino nei momenti duri, ma tu almeno assicuraci che ne vale la pena!" Non riescono a condividere ciò cui Gesù si sta preparando, perché sono preoccupati per la loro sorte. Anche a me succede di non riuscire a dare importanza alle sofferenze e sacrifici degli altri, perché vi antepongo le mie sofferenze e paure (emigrati, malati, anziani, giovani, poveri che possono complicarmi la vita). Gesù capisce che sono accecati dalla paura di rimetterci, e che cercano di esorcizzarla facendo sogni di gloria. Lui non si scandalizza, non si arrabbia. Si cala tranquillamente nella solitudine della sua passione che comincia proprio con l'incomprensione delle persone a lui più vicine. Vediamo che parla del calice che beve e del battesimo che riceve al presente, come di una cosa che sta già vivendo. Dopo riporta la calma chiamandoli a sé e spiegando che lui regna servendo e dando la vita in riscatto per molti. Quando Gesù afferma che vuole dare la vita in riscatto per molti, i discepoli capiscono che deve liberare il popolo, slegarlo dalle schiavitù. Il Dio di Israele è colui che da sempre s'identifica come il liberatore, quindi è normale pensare che Gesù sarà strumento di qualche liberazione. La parola riscattare sta per slegare, ma i discepoli non riescono ancora a capire né che tipo di liberazione Gesù vuole portare, né come. Hanno però il merito di continuare a seguirlo malgrado la paura. Io ho chiaro da quale schiavitù il Signore vuole liberarmi oggi? Vedo l'utilità della sua passione per me? Riesco a lasciarmi condizionare da ciò che patisce per me? Donami Gesù di poter contemplare la tua Passione per me. |