Omelia (20-07-2003) |
padre Paul Devreux |
Mc 6, 30-34 Domenica scorsa abbiamo sentito il Vangelo che parlava di Gesù che mandava i discepoli in missione, per evangelizzare, annunciando il Regno di Dio e guarendo i malati. Abbiamo visto che anche noi siamo invitati a parlare di Gesù e a fare del bene nel suo nome, sia per promuovere la Chiesa che per la nostra crescita personale. Gesù c'invita a fare questo perché ci vuole bene e sa che è il modo migliore che abbiamo per imparare a conoscerlo è proprio parlare di lui e provare ad amare noi, per capire sempre meglio quanto ci ama lui. Oggi contempliamo il loro ritorno da Gesù. Sono stanchi, ma contenti, e hanno molte cose da raccontare su ciò che hanno fatto e insegnato. Intanto è interessante notare che hanno già capito che prima di insegnare devono fare, per non essere teorici. Gesù capisce il loro bisogno di riposare e di raccontare e organizza per loro una vacanza, vale a dire un periodo di distacco dalle attività quotidiane, per poter fare un bilancio. Un periodo in cui mi fermo e sto con me stesso. Un periodo che diventa naturalmente preghiera! Anche per noi è importante saper prenderci una vacanza e imparare a gestirla intelligentemente. E' importante poter dire: "non ci sono", per poterci essere meglio dopo. Altrimenti rischio di svuotarmi. Purtroppo non c'è solo il bisogno dei discepoli; c'è anche quello della gente che lo cerca, e che appena si accorge di dove Gesù sta andando, lo precede per non perderlo. Gesù, vedendoli potrebbe anche arrabbiarsi o fargli la morale. Invece, mosso a compassione, rinuncia al suo progetto e si rimette a servirli. Questa è la sua Passione per l'uomo. |