Omelia (14-05-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su At 1,21-22 Dalla Parola del giorno Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione. Come vivere questa Parola? All'interno della comunità apostolica va colmato un vuoto: quello creatosi con l'abbandono e il tradimento di Giuda. La pericope è interessante da più punti di vista. Intanto da notare che è Pietro, ancora una volta, a prendere l'iniziativa. E poi, attenzione, si rivolge non a un uditorio qualunque, né solo alla strettissima cerchia degli undici apostoli. Le persone radunate sono circa centoventi, dice il testo sacro. Non solo Pietro si rivolge a loro, ma è tra loro che è determinato a orientare la scelta di chi dovrà sostituire Giuda. Sono infatti tutte persone che hanno conosciuto il Signore e che, in qualche modo, sono state vicine, quasi compagne di itinerario, sulla strada della primissima evangelizzazione. È pure interessante il fatto che la nomina viene fatta dietro a una consultazione di tutti, dopo che era emersa la proposta di due nomi: Barsabba e Mattia. Altro elemento determinante: quello del ballottaggio. Vengono tirati a sorte questi due, dopo una preghiera che rimetteva nelle mani di Dio la designazione finale. Ed ecco: la sorte cade su Mattia che viene associato agli undici apostoli. Nella pausa contemplativa mi soffermo a considerare che Pietro presenta le motivazioni di questa elezione, ma è la comunità dei credenti che viene consultata a largo raggio. Sono poi molto significativi due altri elementi: la piena fiducia in Dio per cui si tira a sorte e quell'identificare gli apostoli come testimoni della resurrezione. Signore Gesù, ti prego, fammi solidarizzare con quanti professano a viso aperto la mia stessa fede e rendimi vero e gioioso testimone del Cristo risorto. La voce di una testimone Dio ci ha fatti alleanza. È per tutti che ciascuno riceve la fede. Una volta che la Parola di Dio è incarnata in noi, non abbiamo il diritto di conservarla per noi: noi apparteniamo, da quel momento, a coloro che l'attendono Madeleine Delbrêl |