Omelia (20-07-2003)
LaParrocchia.it
Compassione per le folle

Marco ci ha descritto non solo l'attrattiva che Cristo esercitava sulle folle, ma anche la sua compassione per esse. La chiesa è nata da questo fuoco di amore, acceso da Cristo, e noi siamo suoi discepoli solo nella misura in cui questo fuoco arde anche nei nostri cuori. Condividiamo anche noi la sollecitudine di Cristo per tutti gli uomini, nostri fratelli?

- Cristo ha avuto compassione. "Io ho pietà di questa gente abbandonata". Com'è sensibile il suo cuore, aperto a tutte le miserie, fisiche e morali. Per tanti motivi c'è bisogno di pietà, nel mondo in cui viviamo: la pace minacciata, gli uomini divisi, la guerra, la carestia, la disoccupazione, i popoli ingannati e asserviti... Qual è il nostro atteggiamento? Indifferenza, impassibilità o tenera compassione?

- Cristo è venuto a servire. Non si è accontentato di piangere. La sua compassione si è fatta "servizio". "Io non sono venuto - egli ci dice - per essere servito, ma per servire". Non possiamo crederci dispensati dall'operare, dopo che abbiamo fatto qualche sospiro. La nostra compassione dev'essere "esigenza di servizio".

- Cristo ha servito fino al dono totale di sé. Egli si è spogliato di tutto, si è totalmente sacrificato, ha dato la sua vita sulla croce. "La più grande prova d'amore", l'ha chiamata egli stesso. Il nostro amore per i fratelli è di questa tempra? Fino a dove siamo disposti ad arrivare per portar loro aiuto e soccorso, consolazione e conforto? Per dar loro un po' di gioia, mettere il sorriso nel loro cuore e sulle loro labbra?