Omelia (17-05-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Giovanni battezzò con un battesimo di conversione, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù. Come vivere questa Parola? Paolo, giunto ad Efeso, incontra dei discepoli che dichiarano di aver ricevuto il battesimo di Giovanni Battista, un battesimo che esprimeva la volontà di conversione di chi lo riceveva, un protendersi dell'uomo verso quel dono di grazia che può procedere solo da Dio. Il riconoscimento della propria radicale inadeguatezza, dovuta alla presenza del peccato, conferiva a questo atto un carattere penitenziale e disponeva all'accoglienza della salvezza quale esclusivo dono. Un passo necessario, perché Dio non violenta mai la nostra volontà: si ferma alle soglie di essa attendendo il nostro libero consenso. Un limite che si è autoimposto creando l'uomo, perché prima ancora di essere l'Onnipotente, egli è l'Onniamante e l'amore sa attendere il libero schiudersi dell'amato al suo calore. La dimensione penitenziale è quindi necessaria per rimuovere chiusure che impediscono al sole della grazia di invaderci, ma non è tutto: è solo il primo indispensabile passo. Guai a fermarsi qui riducendo l'adesione a Dio a un gemito logorante! All'umile riconoscimento del nostro peccato, Dio risponde immergendoci nell'oceano infinito del suo amore: lo Spirito Santo appunto. Un dono che passa attraverso la croce di Cristo. Un dono che fa gorgogliare in noi la gioia più pura: quella di riscoprirci non servi ma figli. È in questa gioia che siamo chiamati a vivere, sia pure attraversando, quando è necessario, la valle della penitenza. Ma, notiamolo bene, questa va attraversata, ma è nella gioia dello Spirito che siamo chiamati a sostare, anzi a dimorare. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi immergerò in atteggiamento adorante, nella silenziosa presenza dello Spirito Santo, lasciando che la sua gioia dilaghi in me. Vieni, Spirito Santo, dono del Padre e del Figlio. Vieni e trasforma il mio andare in una danza di riconoscenza e di gioia. La voce di un Padre della Chiesa Nel suo grande amore, Dio non ha voluto costringere la nostra libertà, anche se avrebbe potuto farlo, ma ci ha lasciati venire a lui col solo amore del nostro cuore. Isacco di Ninive |