Omelia (15-08-2003) |
don Roberto Rossi |
Maria SS. Assunta in cielo "Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle". E' stupenda questa visione dell'Apocalisse della liturgia di oggi che noi possiamo applicare a Maria Ss. Assunta in cielo. Nella donna vestita di sole la tradizione cristiana ha visto Israele, la Chiesa e Maria. Maria è il segno atteso dal popolo eletto attraverso il quale si compie la salvezza: il Messia aspettato, il Figlio della donna, che vince il drago, cioè il male, e porta la salvezza. Questo è il senso della prima lettura. Così nel paradiso di Dio la Vergine Maria è presente nella sua qualità di regina e di madre. Lei, assunta in cielo, può stare alla destra di Dio a intercedere per i figli ancora peregrinanti nella fede, come abbiamo pregato nel salmo. Nella seconda lettura l'apostolo Paolo ci parla della resurrezione. In Maria, oggi, ci è rivelata la verità della risurrezione. Come Cristo, in Maria questo dono è una primizia e una promessa per noi: in lei è vinta la morte e inaugurata la pienezza della vita. Tutto è opera del Signore, tutto è grazia, tutto segno dell'amore infinito di Dio. Maria Ss. nel vangelo canta il magnificat. Lei è beata perché ha creduto, ha vissuto la fede. E la fede è credere al mondo di Dio, al progetto di Dio, ai valori di Dio, che sono il capovolgimento delle preoccupazioni umane. Maria ha vissuto le cose grandi secondo Dio, nell'umiltà, nella povertà, nella generosità del suo cuore. Ha compiuto in maniera fedele la sua missione sulla terra, madre di Cristo e madre della Chiesa nascente e ora vive nella gioia, nella beatitudine, nella pienezza di vita che Dio le ha dato per sempre. Come al centro della primavera c'è la Pasqua, così al centro dell'estate, c'è questa "pasqua mariana". Il "mistero di grazia" che l'Assunzione porta con sé, è una rivelazione stupenda di amore, di speranza e di vita che Dio dona al suo popolo. Tutta la liturgia della Parola è speranza, è prospettiva di futuro. È un chiaro richiamo al futuro eterno della Chiesa e dell'umanità. Maria ha condiviso in tutto la nostra sorte terrena. Alla Risurrezione-Ascensione al cielo di Gesù fa risconto l'Assunzione di Maria (cioè la sua glorificazione nell'anima e nel corpo, ossia nella totalità del suo essere umano). Al "sedere alla destra del Padre" di Gesù, fa riscontro l'incoronazione di Maria a Regina del cielo e della terra. Questa è la fede della Chiesa. Pertanto, l'accentuare in maniera speciale la glorificazione corporale di Maria è fare professione di fede nel destino assoluto a cui è chiamato il nostro corpo. Con la risurrezione e l'assunzione il corpo è riscattato dalla sua condizione d'amore, di dolore e di morte. Dice il Concilio Vaticano II: "La Madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell'anima, costituisce l'immagine e l'inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell'età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore". La sua missione non è solo intrinsecamente collegata a Cristo, ma anche alla vita della Chiesa e nostra. A quello che lei per grazia già oggi partecipa, un giorno parteciperemo anche noi. Maria vive il futuro che speriamo, per questo ci è accanto ed è per noi luce e guida nella vita di ogni giorno. Lo scrittore Paul Claudel a buon diritto ha potuto definire Maria «sacramento della tenerezza materna di Dio». Ognuno, dirà un altro scrittore, "guardi all'Assunta e prenda il volo!" (Guynniver). Il nostro amore alla Madonna deve essere profondo e vero: vogliamo affidarci a lei con le preghiere più semplici, coi sentimenti del cuore, con il rosario e la nostra partecipazione alla Messa. Abbiamo tanto bisogno di grazie, di aiuto, di incoraggiamento, di forza: Lei che è davanti a Dio ed è tanto vicina noi, può ottenerci tutto questo. Nello stesso tempo lei ci aiuta con il suo esempio a vivere nella fede, nella preghiera, nella bontà, nella generosità del cuore, nell'accoglienza del progetto di Dio, così come ci è rivelato nel Magnificat. "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta" (antifona). |