Omelia (24-06-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno E la mano del Signore era con lui. Come vivere questa Parola? Oggi la Chiesa festeggia la nascita di Giovanni Battista: figura davvero importante perché cerniera tra la prima e seconda alleanza. La liturgia infatti, riferendo a lui il Sl 138/139 e il secondo cantico del Servo di Jahweh, sottolinea l'importanza del Battista facendone l'atteso dell'intera storia della Salvezza. "Il Signore dal seno materno mi ha chiamato", scrive Isaia (49,1); "mi ha tessuto nel seno di mia madre", fa eco il salmista (138,13). Venivano introdotti così, tra l'altro, nel delicato tema della predestinazione: gli scrittori sacri dicono forse che la storia del Battista era già scritta dall'eternità? Non vale questo poi per la storia di ognuno? Nasce ovviamente spontanea l'obiezione: se fosse così, dove andrebbe a finire allora la nostra libertà? La risposta si trova nella narrazione del Vangelo odierno. Si tratta di dare il nome al bambino. Lo scandalo consiste proprio nel fatto che esso non è deciso dagli uomini, in questo caso dai genitori, bensì da Dio. Ai genitori sta solo di confermare quanto stabilito dal Signore. È questa la libertà suprema dell'uomo: dire: "Sia fatta la tua volontà". E qual è la volontà di Dio? Che il suo nome sia Giovanni! "Giovanni" in ebraico significa "Dio è favorevole, si china sull'uomo". Ecco ciò a cui siamo predestinati: l'amore di Dio! Accogliere una simile predestinazione è ovviamente liberante. Con questa gioia e questa consapevolezza, ripeterò anch'io insieme a Zaccaria: "Giovanni è il suo nome". La voce di un mistico Profeta ed eremita, grande Giovanni Battista, tu che ci hai guidato fin sulla soglia del tuo deserto, quando avremo il santo favo di miele della tua vasta solitudine? Thomas Merton |