Omelia (03-07-2010)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo..

Come vivere questa Parola?
Oggi festeggiamo San Tommaso, l'apostolo che non accetta la testimonianza degli altri, ma deve vedere e toccare per credere alla risurrezione di Gesù. Forse noi ci troviamo in accordo con Tommaso, uomo concreto (Gv 14,5), che esige una certa sicurezza prima di impegnarsi; uomo che amava Gesù, con il coraggio di sentirsi pronto anche a morire con lui (Gv 11,16).
Gesù risponde quasi alla lettera alle esigenze di Tommaso, invitandolo a portare il dito nelle cicatrici delle mani e mettere la mano nel suo costato. L'apostolo, con profonda commozione, proclama la sua professione di fede: "Mio Signore e mio Dio!"; io credo che tu sei risorto, non sei una fantasma; sei il Messia glorioso e il Dio vivente. Gesù riprende Tommaso perché la fede pura non ha bisogno di segni e prodigi: "beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!".
Certamente la risurrezione di Gesù dai morti dimostra in modo più chiaro e convincente che egli è Signore e Dio: però è anche vero che il racconto delle esperienze di Gesù risorto da parte di testimoni oculari, affermano e nutrono la nostra fede, ancora imperfetta.

Nella mia pausa contemplativa oggi, mi confronto con la figura di Tommaso: egli, nella forza della fede in Gesù risorto divenne capace di diventare missionario della Parola e anche martire a causa di essa.

Signore Gesù, fa' crescere la mia fede nella tua risurrezione; fa' crescere il mio amore per te tramite la tua Parola nelle Sacre Scritture e la tua Presenza nell'Eucaristia. Tu sei il mio Signore e il mio Dio!

Un santo Papa
Gesù Cristo è il principio e la fine. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell'uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito.
Paolo VI