Omelia (13-07-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
Fedeltà alla Parola.

Dinanzi alla minaccia di una invasione dei vicini, Acaz, re di Giuda, è preso dallo sgomento e dalla paura. Dio invia il suo profeta Isaia a rivelargli l'inefficace macchinazioni dei nemici. Gerusalemme non sarà presa, anzi viene annunziato che Efraim, che sta marciando con gli alleati contro Giuda, presto cesserà di essere popolo. Il profeta chiede la fede nei progetti di Dio senza la quale il suo annunzio diventerà senza effetto. Anche Gesù nel brano evangelico chiede fede alle città e villaggi dove ha compiuto un maggior numero di miracoli e di guarigioni meravigliose. La durezza di cuore degli abitanti li rende responsabili dinanzi alla parola di Dio risuonata ai loro orecchi non per la voce di un profeta ma del Profeta, il Signore Gesù. Dinanzi a tante opere portentose anche le città pagane di Tiro e Sidòne si sarebbero convertite e invece Cafàrnao è come altre località, rimangono nella loro incredulità. La parola del Signore parla oggi a noi che viviamo nel cuore della cristianità e forse non riusciamo a far trasparire nella vita quella ricchezza spirituale che il battesimo ci ha donato e forse abbiamo quasi a noia tanti doni di grazia. E' certo questo, che quando vediamo un neoconvertito vivere nel suo fervore tutta la profondità della vita cristiana, ne sentiamo quasi invidia e fastidio. E' il caso di San Paolo che veniva guardato con sospetto e deve assaporare la diffidenza da parte dei fratelli che dubitavano della sua conversione. Chiediamo al Signore un animo grande e generoso, capace di accogliere il dono di Dio, ma anche la conversione di quanti vivono ai margini della Chiesa perché si faccia festa per loro in cielo ma anche in terra.