Omelia (10-08-2003) |
padre Paul Devreux |
Domenica scorsa abbiamo visto che il Pane del Cielo è tutto ciò che nutre la mia vita, se lo riconosco come dono di Dio. Questo è vantaggioso, perché se tutto è dono di Dio, quando un dono viene meno, il Signore può sempre rilanciare la mia vita con un nuovo dono, con una nuova vocazione ad amare, che ridà senso alla mia vita. Oggi vediamo che Gesù insiste dicendo: "Io sono il Pane disceso dal Cielo".In effetti Gesù è la nuova manna, perché per la prima volta nella storia dell'umanità, qualcuno viene a parlarci di Dio. Noi a Dio non possiamo arrivarci; possiamo solo intuire la sua esistenza, sognarla, e cercare di immaginare com'è e come la pensa. Possiamo anche immaginarcelo ascoltando i profeti, perché tramite loro Dio si è già rivelato in parte, parlando più volte. Con Gesù riceviamo molto di più, perché nessuno ha visto il Padre se non lui, che viene dal Padre. Perciò ascoltando e contemplando Gesù, noi riceviamo il volto che Dio vuole rivelarci di se. Gesù viene a donarci tutto se stesso rivelandoci un Dio buono e disponibile, cercando così di smontare quell'immagine di un Dio giudice, cattivo, aendicatore e distratto, che serpeggia nella mente del credente e che il non credente, perciò, rifiuta. In oltre Gesù è il primo che parla chiaramente della prospettiva della vita eterna per tutti i credenti. Anche in questo è una manna, perché anche se l'uomo ha in se il desiderio dell'immortalità, senza Gesù, morto e risorto, era difficile provare a crederci. Oggi, grazie a lui, sappiamo che la nostra meta non è la morte, ma l'eterna contemplazione di Dio, che è qualche cosa di talmente bello che ha la capacità di fermare il tempo e di renderlo eterno, un po' come fu per i discepoli sul monte della trasfigurazione.Anche noi, contemplando Gesù, possiamo già avere uno squarcio di vita eterna, e vivendo in comunione con lui entriamo già nella vita eterna. Concludiamo domandandoci cosa c'è di nuovo oggi? Cosa può rompere la monotonia del quotidiano che non sia una disgrazia? Gesù, pane di vita eterna, che viene a nutrire la nostra vita con la sua presenza: contempliamolo. |