Omelia (15-08-2010)
padre Gian Franco Scarpitta
Do munifico fino in fondo

Non solamente l'anima, ma anche il corpo di Maria è stato elevato alla dignità celeste. Non perché Maria fosse una donna naturalmente eccezionale rispetto alle altre, non perché avesse delle facoltà o dei privilegi straordinari rispetto ai comuni mortali, ma perché non poteva conoscere corruzione né senescienza il corpo di colei che aveva ospitato il Figlio di Dio mentre si incarnava, apportando così il notevole contributo all'opera divina di salvezza. Maria non è, naturalmente parlando, una donna eccezionale e le sue fattezze sono ben lungi da quelle di una divinità o di una creatura straordinariamente strutturata: è una persona semplice e sensibile, umile e dalle condizioni sociali e ambientali tutt'altro che elevate, debole e priva di ogni garanzia e di ogni certezza relativamente alla propria incolumità fisica. Eppure, come ella stessa aveva previsto, tutte le generazioni l'avrebbero chiamata beata. E di fatto ancora oggi il culto e la venerazione a lei rivolta è notevole. Perché il fatto che lei abbia accettato senza riserve di voler essere la Madre del Dio che entrava nella storia dell'uomo, mettendo a disposizione il suo grembo immacolato e inviolato perché fosse luogo primario di contatto fra lo spazio e l'eternità, le ha meritato molteplici conseguenze di gloria e di riconoscimenti terreni. Da ultimo, anche che il suo corpo venisse sottratto allo sfacelo della terra: è stato elevato alle alte sfere celesti perché non si confondesse con polvere del sepolcro e non fosse preda di vermi e di tarme, come inesorabilmente avviene per qualsiasi altro cadavere umano; ma questo semplicemente a motivo della sua continua fedeltà alla volontà di Dio, per la costanza e perseveranza nella fedeltà a Lui, per essere stata Madre del suo Verbo deliberatamente e consapevolmente e soprattutto perché non poteva accadere assolutamente che il gembo di Colei che aveva partorito nella carne il Cristo Messia potesse fare l'ignobile fine di altri cadaveri. Ecco perché era necessario che Dio elevasse Maria alla gloria celeste anche nel corpo oltre che nell'anima.
Appunto perché Maria non è una divinità ma una semplice creatura umana, occorre precisare che ella "è stata assunta", cioè è stata innalzata ai Cieli per opera di Dio, a differenza del Cristo del quale si può dire che è Asceso di sua iniziativa, essendo invece Egli Dio incarnato.
Anima e corpo di Maria sono stati insomma assunti al Cielo, ossia preservati da ogni corrosivo contatto terreno e da ogni possibile corruzione.
Questa è in sintesi la dottrina dell'Assunzione della Vergine Maria al Cielo, avallata nel 1950 dal Dogma di Pio XII, che ne offriva i contenuti e le legittimazioni teologiche nella bolla "Munificientissimus Deus". Quando un papa, quale successore di Pietro, si pronuncia ex Chatedra su una verità di fede o di morale, quanto egli afferma è da ritenersi verità di fede indiscutibile: il papa esercita un mandato di provenienza divina, una funzione vicaria di guida e di lume per tutti i fedeli conferitagli da Cristo quale successore di Pietro, ragion per cui non va messa in discussione un atto del suo "Magistero Infallibile". Tuttavia nessun dogma scaturisce dalla volontà arbitraria e libera di un papa: ogni verità di fede definita è studiata in precedenza, valutata e soppesata sulle basi della Scrittura e della Tradizione e soprattutto viene riconosciuta obiettivamente come una verità già riconosciuta dalla Chiesa, anche appurando che essa sia stata oggetto di fede sin dai tempi più reconditi del cristianesimo. L'intervento risolutivo del papa non è quindi quello di un'aggiunta ulteriore alle verità di fede già ben note e conosciute, né uno spropositato esercizio di un potere personale sulla massa dei fedeli, bensì un servizio alla verità e una ricerca obiettiva e radicale di essa, che in questo caso si dà con un avallo, ossia una conferma definitiva: se prima potevano sorgere dubbi, incertezze, inquietitudini, errori e si potevano ingenerare anche confusioni dottrinali, adesso il pontefice ha eseguito opportuni accertamenti, verifiche, pervenendo alla verità e definisce in via certa e definitiva che Maria davvero è stata assunta al Cielo.

Cosicché, seppure la verità dell'Assunzione di Maria è stata definita dogmaticamente solo nel 1950, essa ha origini antichissime e ha avuto nella vita della Chiesa, sin dalle origini, la sua evidenza liturgica e teologica. E' vero che essa non è affermata esplicitamente dalla Scrittura e ogni riferimento biblico su di essa è solo sotteso e indiretto, ma la sua verità è sempre stata sostenuta, difesa e promulgata. Una delle testimonianze più accreditate di essa è l'omelia antica di Germano da Costantinopoli, per non parlare di alcune attestazioni di Epifanio di Salamina e altri Padri antichi e altre testimonianze (alcune di fatto leggendarie) che raccontano della "Dormitio Mariae", episodio per cui la Vergine, mentre dormiva sul suo lettino circondata dagli apostoli e dai discepoli, fosse stata prelevata e portata al cielo da una schiera di angeli improvvisamente discesa dall'alto. Oltretutto se anche la Scrittura non menziona in alcun modo l'episodio in se stesso, afferm comunque che l'elevazione del corpo di un uomo verso la volta celeste è sempre stata cosa possibile e non escludibile: " Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio fu rapito fino al terzo cielo" (2 Cor 12, 2); il che fa pensare che l'essere elevato al cielo con il Corpo non doveva essere privilegio del tutto raro.

Ribadiamo poi ancora una volta il concetto sopra menzionato: non può mai confondersi con la terra il grembo materno terreno di Dio che si faceva uomo.
Ma al di là di tutte le spiegazioni teologiche possibili e di tutte le legittimazioni dottrinali, il titolo del documento pontificio sopra ricordato, "Munificentissimus Deus", è di grande ispirazione quanto al valore di questa verità da noi custodita e professata perché parla - appunto- della munificenza di Dio, della sua generosità, del suo amore di ricompensa che non manca di attribuire il giusto merito e di premiare i giusti nella forma proporzionata alla loro fedeltà. In altre parole, Dio non è semplicemente giusto e munifico, ma usa esserlo in proporzione al bene che noi possiamo aver fatto e alla fedeltà che gli avremo usato. Quindi, quale altra ricompensa poteva concedere a Maria, in forza dei suoi meriti di Madre di Dio e di discepola fedele, se non quella della preservazione del suo corpo dalla putredine della terra? Quale atto di riconoscenza più appropriato se non quello di concedere che il corpo di una donna così determinata e risolutiva nel voler essere sua Madre potesse essere difeso dalle intemperie di questo secolo? Se è vero che Dio compensa in oro ogni minimo atto di fedeltà da parte nostra (Il pellegrino russo) è lapalissiano che egli elargisca premi di alta preziosità a chi, come Maria, ha voluto mostrare fedeltà ineguagliabile.
Maria infatti merita molto per essere stata colei che nella maternità divina ha contribuito notevolmente alla nostra redenzione e che nella sana condotta di prima redenta nonché ancella del Signore ha seguito le orme indelebili del suo stesso Verbo divino incarnato.
Ne deriva allora una conseguenza concreta anche per noi, visto che ci sentiamo incoraggiati a perseverare a nostra volta nella fedeltà al Signore nonostante le continue difficoltà e la tentazione alla resa e alla sconfitta; l'elevazione del Corpo della Vergine ci ispira fiducia che anche noi otterremo le ricompense appropriate e conformi ai nostri sforzi e intanto la certezza che possiamo confidare nell'amore riconoscente del Signore con l'ulteriore verità che la Vergine Assunta non ci si presenta come un semplice modello statico da contemplare o da invidiare nell'assoluta passività, ma che Ella stessa ci viene in aiuto con la sua potente intercessione ispirandoci rinnovato slancio verso Dio, poiché Maria pone a nostra vantaggio la propria assunzione corporale. Ci sentiamo cioè ravvivati, incoraggiati spronati sempre al meglio da colei che ha guadagnato grandi ricompense di in forza di grandi meriti e sostenuti da Colei che si aspetta che anche noi raggiungiamo i nostri traguardi di perfezione per la definitiva contemplazione di Dio.