Omelia (17-08-2003) |
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Al banchetto della sapienza È una lezione della più grande importanza, che noi dobbiamo accogliere molto seriamente. Viene da Dio, non possiamo averne dubbi, ed è ispirata dalla tenera sollecitudine del suo cuore di padre: egli vuole la nostra felicità. Di qui l'avvertimento che ci viene dalla liturgia: Non comportatevi da stolti, ma da uomini saggi! - Gli stolti: tutti quelli che pensano solo alla vita presente, unicamente preoccupati del cibo terreno: del denaro, dei beni materiali, delle comodità, dei piaceri senza limiti, della vanagloria. Uomini senza intelligenza, anche se sono scienziati e potenti, che si rifiutano di tener conto del disegno di Dio e si comportano secondo il loro capriccio. - I saggi: quelli, al contrario, che non dimenticano mai di essere stati creati a immagine di Dio, che c'è per loro una vita più alta, più bella, e anche più umana, e che, pieni della luce dello Spirito Santo, tengono lo sguardo orientato ai beni dell'alto, pur senza trascurare il loro dovere di quaggiù. - Come vivere da saggi? Mettendosi risolutamente alla scuola di Cristo, che si chiama la "sapienza incarnata". È Dio fatto uomo, per istruire gli uomini, per guidarli con i suoi insegnamenti e i suoi esempi sulla via della verità, della giustizia, della santità, che conduce alla vita eterna. "Chi segue me - egli dice - non si perderà". E così, com'egli stesso ci dice, egli è il pane vivo, disceso dal cielo per sostenere il nostro cammino e permetterci di avanzare, senza mai venir meno e senza smarrirci, sulla strada che conduce a Dio. |