Omelia (00-00-0000)
don Luciano Sanvito
Amore umano e amore divino

UNIFORMARE L'AMORE UMANO E QUELLO DIVINO E' UN PECCATO

Perché i due sono distinti e separati da un modo di ragionare non solo diverso, ma contrapposto.
L'amore divino è libero e onnipotente, in ogni caso.
Quello umano è soggetto al limite e alla relatività dei soggetti amanti.

Interpellare Gesù ponendo in atto una questione di amore umano, pensando di uniformarla al procedere dell'amore divino, annulla la questione stessa e vanifica sia l'amore divino che quello umano in noi.

Con Dio si ragiona al suo pari, oppure tutto viene svalutato.
C'è poco da fare: con Lui si intrattiene la questione a suo livello.
Dio non si abbassa alle nostre relatività: Lui vi entra, le vivifica, le trasforma e le sublima, ma non possiamo ridurlo in esse: sarebbe la morte di Dio stesso, e la nostra stessa morte.

"DIO NON E' DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI"!

Ogni ragionamento o processo che parte e resta nella relatività della morte evade da Dio e non lo riguarda più, in nessun caso: Lui parla con l'esperienza della vita, non entra nelle questioni astratte e non attinenti al vivere: queste vanno solo al finito e al finire di esse: nella loro morte.

L'amore umano chiede necessariamente l'intervento illuminante di Dio per poter accedere all'umanità, altrimenti tutto l'amore umano è morte.