Omelia (15-08-2010) |
Agenzia SIR |
Vivere la parola ed essere madre. Dinanzi a Maria di Nazareth e di Gerusalemme, la fanciulla del villaggio galileo e la regina della città celeste, il Figlio offre un nuovo vertice del suo insegnamento, svelando il legame stretto che c'è tra l'accoglienza della Parola e la capacità di mostrare nella storia la presenza del Verbo eterno, di Gesù in mezzo a noi. Sempre l'evangelista Luca aveva scritto: "Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica"; e oggi ribadisce e proclama, in certo modo, la maternità dei discepoli nei suoi confronti. I veri figli di Dio sono quelli che vivono la maternità in stretta unione con l'ascolto e l'accoglienza della Parola di Dio. Per questo l'insieme dei discepoli, la Chiesa tutta, è Madre in senso proprio. Gesù parla del dover essere dei suoi discepoli mostrando la madre e ci presenta la madre come la prima discepola. Lo fa usando la voce di una donna che si alza dalla folla. Una donna svela il vero volto di Maria. Anni prima, ad Ain Karim, due donne si erano incontrate e riconosciute: entrambe avevano ascoltato e accolto una parola portata dallo spirito; Elisabetta aveva vinto la sterilità generando il più grande dei figli dell'uomo; l'altra aveva dato carne a Dio stesso. Quando, nel 1950, Pio XII proclamò il dogma dell'Assunzione di Maria, C.G.Jung dichiarò con entusiasmo: "Questo dogma è attuale da ogni punto di vista e lo ritengo il più importante avvenimento religioso dal tempo della Riforma", perché "Maria è unita al talamo celeste come sposa al Figlio e come Sophia con la divinità". E il cardinale Ignace Moussa I Daoud, già patriarca di Antiochia dei Siri, ha detto: "La liturgia siriana invoca Maria, che porta nel grembo il Bambino Gesù, chiamandola secondo Cielo. Prima di ogni apostolo e sacerdote è Maria che ha dato Gesù al mondo". Un altro porporato, il cardinale vietnamita François Xavier Nguyen Van Thuan: "Il 15 agosto 1975, festa dell'Assunta, a Saigon sono stato invitato a recarmi al Palazzo dell'Indipendenza. Là sono stato arrestato. Erano le 14. In quel momento tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose erano stati convocati al Teatro dell'Opera, allo scopo di evitare ogni reazione da parte del popolo. Inizia così per me una nuova e specialissima tappa della mia lunga avventura. Sono partito da casa vestito con la talare e con un rosario in tasca. Durante il viaggio verso la prigione, mi rendo conto che sto perdendo tutto. Non mi resta che affidarmi alla provvidenza di Dio. Pur in mezzo a tanta ansia, sento una grande gioia: oggi è la festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria in cielo. Da quel momento è vietato chiamarmi vescovo, padre... Sono il signor van Thuan. Non posso più portare nessun segno della mia dignità. Senza preavviso, mi viene chiesto, anche da parte di Dio, un ritorno all'essenziale". Oggi, festa dell'assunzione di Maria in cielo, in anima e corpo, è occasione buona per tornare all'essenziale, con l'anima e col corpo. Con semplicità e convinzione, dinanzi a lei, cielo di Dio e "più madre delle nostre madri" (il monaco Giovanni). Commento a cura di don Angelo Sceppacerca |