Omelia (15-08-2010)
don Roberto Seregni
Il tuo magnificat

Nel cuore dell'estate la liturgia ci fa puntare gli occhi su Maria per contemplare il compimento della sua vita e di tutto il mistero pasquale: l'assunzione.
Mi sembra molto significativo che il testo evangelico proposto sia quello dell'incontro con la cugina Elisabetta e, soprattutto, quello del Magnificat. E' in queste parole, che la tradizione della Chiesa ci mette sulle labbra ogni sera, che possiamo intuire la storia di Maria, del suo abbandono incondizionato alla Parola di Dio.
Partiamo dall'annunciazione.
Il povero Gabriele ci riprova.
A Gerusalemme, nonostante che tutte le premesse fossero assolutamente ben'auguranti, fu un vero disastro.
La notizia è fantastica: la nascita di un figlio tanto atteso e desiderato; Gerusalemme la città ideale per un annuncio del genere; il Santo dei Santi avrebbe fatto da cassa di risonanza per le parole dell'angelo; Zaccaria - sacerdote osservante e scrupoloso - ha tutte le carte in regola per accogliere la notizia del messaggero e invece...
Invece domina l'incredulità, il dubbio.
Zaccaria è ridotto al silenzio, fino a quando pronuncerà il nome del figlio: Giovanni.
Gabriele ci riprova, ma le circostanze sono apparentemente tutte sfavorevoli: la Galilea è una terra di miscredenti, Nazareth è un paese da cui non aspettarsi nulla di buono, non c'è nessun tempio a fare eco alle parole dell'angelo, ma sono una semplice casetta, dimora di una ragazzina di nome Maria.
A lei Gabriele porta un annuncio scandaloso, sconvolgente: "sarai la madre del Figlio di Dio".
E Maria, l'adolescente di Nazareth, dice sì.
Sì, la Parola è accolta. Maria è collaboratrice del piano di salvezza di Dio.
Zaccaria era troppo preoccupato delle sue devozioni e dei suoi riti.
Maria ha il cuore libero, accoglie, si lascia raggiungere, si mette nelle mani del suo Dio e il suo Dio metterà il Figlio amato tra le sue braccia.
Il cuore di Maria è in pieno subbuglio. Gioia, mistero, stupore, paura, desiderio si accavallano in lei. Ma su tutto questo c'è una certezza granitica: " Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente".
Ecco il punto fermo: è Lui, è l'Onnipotente che fa grandi cose, che opera meraviglie. Maria si lascia usare, si fa portare da quella Parola che ancora vibra forte nello stomaco. E per lei si fa largo un progetto di grazia, unico nella storia dell'umanità: concepita senza peccato per essere la madre del figlio di Dio, assunta in cielo per stare nella compagnia del figlio e proseguire la sua opera di collaboratrice e mediatrice della salvezza.

Oggi siamo inviatati a guardare a Maria, al suo sì, alla sua disponibilità, al compimento del piano d'amore di Dio culminato nel mistero dell'Assunzione. Questa festa, però, è inutile se tutto in noi rimane come prima.
Allora ti faccio un invito, amico lettore: scrivi anche tu il tuo Magnificat!
Hai capito bene: prendi carta e penna o il tuo pc e scrivi il tuo personale, unico cantico di lode!
Per cosa magnifichi il Signore? Quali sono le grandi cose che Lui ha fatto per te e attraverso di te? Dove e con chi ha fatto esperienza del suo amore e della sua misericordia?

Buon lavoro!
don Roberto