Omelia (24-08-2003) |
mons. Antonio Riboldi |
Con chi andare nella vita? Mai come in questi ultimi tempi ci si interroga a livello personale, "con chi andare" "chi seguire", "dove andare". Del resto è un segno di irresponsabilità, spesso diffusa, anche quella di non interrogarsi di scegliere di affidarsi a ciò che capita...come degli sbandati nel deserto della vita. E' un atteggiamento pericoloso, perché presto o tardi si fanno strada modelli o guide che sono l'effimero senza verità e senza dignità o giustizia. La vita, dovremmo ricordarcelo sempre, è un prezioso dono di Dio di cui alla fine, lo vogliamo o no, dobbiamo rendere conto. Ho avuto il dono di conoscere ed approfondire i sentieri della vita di molti criminali ed in modo particolare dei terroristi. Ho incontrato gente che esaltava talmente capi-famiglia della criminalità da chiamarli "maestri" indiscutibili. E alcuni di questi maestri si facevano chiamare "il verbo". Non riuscivo e non riesco neppure a capire come si possa anche solo esaltare tutto ciò che è contro Dio e contro l'uomo...come se la violenza che riempie i cimiteri, fosse gioia per l'uomo, quando la GIOIA è solo in Dio, nella bontà. Così come non riesco a capire come troppi giovani svendono la propria dignità davanti a idoli della canzone o dello sport. Mi venivano i brividi all'anima sentendo i commenti di alcuni che, dopo aver partecipato ad un concerto di un noto cantautore, affermavano: "Quello è per noi un Dio; legge la nostra vita e quello che dice è per noi la via della gioia". Purtroppo tante volte quella via porta direttamente alla droga, a questo paradiso artificiale che riempie di dolore famiglie e società. Ma chi, mi domando, può essere un amico, un bene, che sicuramente ti riempie la vita, per la eternità, ti fa sentire uomo vivo e vero, se non Dio e suo Figlio, Gesù, l'amico che ci sta a fianco della vita, non solo, ma ancora una volta si dice "pane della vita"?: un amico vero cui puoi affidarti ciecamente perché Lui è la via, la verità e la vita. Ma pare che l'uomo non riesca a capirlo, a sceglierLo, a seguirLo. Bisognerebbe cercare la ragione di questo voltare le spalle alla Verità, per seguire fantasmi di felicità inesistenti. Resta il fatto che alla fine, con questo affidarsi ad amici o maestri inaffidabili, alla fine si rimane inevitabilmente con l'amarezza di non trovare una speranza nella vita, un perché che ci faccia amare la vita, anche solo questa, in terra. Alla radice dello smarrimento della speranza – scrive il S. Padre nella Enciclica "La Chiesa in Europa" sta il tentativo di fare prevalere una antropologia senza Dio e senza Cristo. Questo tipo di pensiero ha portato a considerare l'uomo come il centro assoluto della realtà, facendogli così artificiosamente occupare il posto di Dio e dimenticando che non è l'uomo che fa Dio ma Dio che fa l'uomo. L'avere dimenticato Dio ha portato ad abbandonare l'uomo, per cui non c'è da stupirsi se in questo contesto si è aperto un vastissimo spazio per il libero sviluppo del nichilismo in campo filosofico, del relativismo in campo morale, del pragmatismo e finanche dell'edonismo cinico nella configurazione della vita quotidiana. La cultura europea dà l'impressione di una "apostasia silenziosa" da parte dell'uomo sazio che vive come se Dio non esistesse...I segni del venir meno della speranza talvolta si manifestano attraverso forme preoccupanti di ciò che si può chiamare "cultura della morte" (E.E. n.9). Nel Vangelo di oggi, che è la continuazione del discorso franco sul valore della vita, che è Lui e solo Lui, non smorza affatto le parole, non le addolcisce con qualche "concessione", come facciamo noi. La verità non può mai ammettere ombre, come del resto la giustizia, la carità e tutto ciò che viene da Dio. "Questo discorso è duro, diranno i suoi discepoli: chi può intenderlo?" E Gesù, davanti alle mormorazioni, che sono il primo passo per prendere le distanze da qualcuno, compreso Dio, va fino in fondo alla rivelazione: "Questo vi scandalizza? E se vedete il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?..le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra di voi che non credono"... Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con Lui. Disse allora Gesù ai dodici: "Forse anche voi volete andarvene?" Gli rispose Simon Pietro: "Signore da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna" (Gv. 6,61-70). E deve essere stato un grande dolore in Gesù constatare che chi Lo seguiva non accoglieva la meravigliosa verità che proponeva. Il discorso sulla Eucarestia è stato davvero il discorso dell'amore che si dichiara e si offre generosamente. Ed è ferire il cuore, come fece la lancia che aprì il "costato" al Crocifisso in croce, squarciandogli il cuore, vedere come gli uomini incoscientemente sbattano la porta in faccia: quella porta che se avessero avuto un poco di fiducia e fede, avrebbero spalancato...come si spalanca la porta all'amore quando si è assetati di verità e di amore. Invece se ne andarono. Le parole che Gesù, sconsolato, rivolge ai dodici dicono bene questa amarezza di Cristo. Una amarezza che è anche oggi. Ci si chiede tante volte la ragione dell'allontanarsi di tanti fratelli non solo dalla Messa, ma dallo stesso Cristo. Un abbandono simile a quello dei suoi. Chiamano "discorso duro" il discorso dell'amore che si affida. Ma una volta che quei discepoli si allontanarono da Gesù, dopo averLo seguito magari per tanto tempo, averLo ascoltato, essersi esaltati per le sue parole "da chi" saranno andati? A chi avranno affidato le loro speranze? Chi avrebbe preso il posto di Gesù? Forse erano là con gli altri sotto il pretorio a gridare: "Crocifiggilo!" E' facile. Quando si voltano le spalle ad un amico, da cui forse si cercava quello che l'amico non intendeva dare, per non confondere la verità della stessa amicizia, non meraviglia che si passi dalla esaltazione al voltare le spalle ed al condannarlo. Trovandosi poi in mezzo al deserto della vita, senza sapere più "a chi affidarsi", "con chi andare" sicuri che non tradisca mai il tuo bisogno di felicità e di verità. E' forse la storia di tanti che sono vicini a noi. Non chiedete perché abbandonato Cristo. Chiedete loro "e adesso da chi andate"? Un vecchio proverbio dice "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei". Ed è qui che troveremo la spiegazione di tanti abbandoni. Viene da chiedersi perché Gesù non ferma chi lo abbandona. La riposta è chiara. L'amore di Dio è libero e gratuito e lo stesso deve essere il nostro per Lui. Lui non fa mai nulla che violi la nostra libertà di scelta. Vuole essere amato solo per amore. Una scelta difficile e meravigliosa. "Amo perché amo" dicono i veri cristiani...e ce ne sono tanti che anche se si trovano in difficoltà di fede o per altra ragione, e magari a volte sentono una ribellione verso tutti fino a pensare di "andarsene"...poi si chiedono: "Signore da chi andremo. Tu solo hai parole di vita eterna". Fa tanta tristezza anche in noi, non solo pastori, ma papà, mamme, giovani, vedere fedeli, figli, parenti lasciare Cristo...per andare con chi? Tocca a noi, anche se, forse a volte non comprendiamo pienamente le parole di Gesù e non abbiamo il coraggio di affidarci fino in fondo al punto che sia Lui la sola nostra felicità, testimoniare la nostra gioia, la nostra necessità di Cristo, fino a farla desiderare a chi ne ha perso la voglia. Sarà difficile forse essere capiti, ma certamente la domanda di Pietro è di quelle che toccano quanti hanno conservato la voglia di amore, la voglia di speranza: "Da chi andremo?". |