Omelia (11-01-2009)
Wilma Chasseur
E lo riconobbe come Messia

Concludiamo le festività natalizie ricordando il battesimo di Gesù che volle dimostrarsi totalmente solidale con gli uomini, sottoponendosi, Lui, il Figlio dell'Altissimo, l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, al battesimo di penitenza amministrato da Giovanni Battista. L'umiltà di Dio è sconcertante! Il battesimo di Gesù segna l'esordio della sua vita pubblica, ma prima trascorse trent'anni di vita nascosta, a Nazaret.
Lui che era la Parola, il Verbo Incarnato, passò quasi tutta la sua vita, nel silenzio e nel nascondimento.
Dobbiamo riscoprire la dimensione del silenzio perché solo da lì, scaturisce la parola che raggiunge il cuore. Se non scaturisce dal silenzio, la nostra parola - qualsiasi parola- raggiunge al massimo la testa di chi ci ascolta, e poi rimbalza via, senza penetrare e senza lasciare traccia alcuna! Ma se scaturisce dal cuore del silenzio, entra nel cuore. In silenzio!
Quante parole risuonano nel frastuono dei mezzi di comunicazione. Siamo inondati di parole! Ho sentito un po' di tempo fa, un aforisma molto efficace al riguardo: "Ai tempi di Noè ci fu il diluvio ( d'acqua) e si salvò Noè con il suo parentado. Ai nostri giorni c'è un altro diluvio, quello di parole; e da quello non si salva nessuno"... E sono parole che non dicono niente, ci riempiono di vuoto e disseccano l'anima rendendola arida e brulla come un deserto. Le parole che diceva Gesù invece, scaturivano dalla preghiera, dal silenzio - silenzio altissimo della contemplazione del Padre- ed erano parole di vita. Parole che guarivano i malati, risuscitavano i morti, salvavano i perduti e condannati dalla società come il buon ladrone, l'adultera, la Maddalena ecc. Erano parole di vita e di salvezza.

Ma nel Vangelo di oggi, abbiamo soprattutto la visione dei cieli aperti e la manifestazione della Santissima Trinità.
" E vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo :" Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto". Testimonianza preziosa di Giovanni Battista che afferma di aver visto lui stesso questo Spirito :"Ho visto lo Spirito scendere come una colomba". Ed è allora che riconosce in Gesù il Messia. Prima non lo conosceva: " Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi disse: Colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo" ( Gv 1 32-34). Mi colpisce in modo particolare questo " CHI mi ha inviato".Chi può essere se non Dio stesso che gli rivela anche che vedrà scendere lo Spirito e sarà allora che Giovanni Battista lo riconoscerà.
Quindi, oltre che i cieli aperti, abbiamo soprattutto la manifestazione dello Spirito Santo, come ci ricorda anche la seconda lettura: "Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità" (1 Gv 5, 1-9).
E' una delle prime rivelazioni esplicite dello Spirito Santo.
Sappiamo che lo Spirito Santo è la terza persona della santissima Trinità, lo splendore del Figlio, come lo definisce la teologia dei nostri fratelli d'Oriente. Infatti ce l'ha lasciato Gesù, prima di salire al Padre, quando disse:" Non vi lascerò soli, ma vi manderò il Consolatore".

Quindi il vero consolatore ce l'abbiamo dentro di noi. Anche se a volte la consolazione umana viene a mancare, o Il Signore permette che non la troviamo, abbiamo però dentro di noi, la consolazione dello Spirito. E chi ha sperimentato, anche per una sola volta nella vita, la consolazione dello Spirito, sa che nessuno può consolare come consola Lui. E ci rende capaci di consolare gli altri, con la stessa consolazione che abbiamo ricevuto da Lui.