Omelia (01-02-2009)
Wilma Chasseur
Al più forte: al Gesù Messia

La prima lettura di oggi ci mostra come il profeta sia suscitato da Dio e come debba essere Suo portavoce. "Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò". Quindi il profeta deve essere un "chiamato" e un "mandato", non può decidere di sua iniziativa di fare il profeta e tantomeno di parlare in nome proprio.
Il profeta non è uno che annuncia il futuro, ma uno che parla in nome di DIO. Proprio per questo il popolo è tenuto ad ascoltarlo e ad obbedirgli. " Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto". Ha un'autorità che gli viene proprio dal fatto di essere rivelatore del volere divino.
Il Vangelo ci mostra l'autorità di Gesù che è ben superiore a quella dei profeti: essa procede dal fatto che Egli è il figlio di Dio, non solo rivelatore della sua volontà. Questa autorità, in questo brano, la esercita per scacciare uno spirito immondo. " Gesù lo sgridò:" Taci, esci da quell'uomo". E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui". Meraviglia, stupore e anche timore davanti a questa autorità sovrana che scaccia lo spirito del male, e ci mostra inequivocabilmente che il maligno esiste, disturba e agisce. Azione non riconducibile a semplici disturbi psichici, ma ossessione ( e molto più raramente, possessione) diabolica vera e proprio. Nessun medico può guarire da quel " disturbo"; ci vuole un' autorità divina che ordina allo spirito maligno di andarsene.
Qui vediamo quale fosse l'attività principale di Gesù: liberare dal male e dal maligno! Con autorità! Questa autorità avvertita dai presenti, lo fu ancor di più dallo spirito immondo che abitava uno di essi, e gridò :" Che c'entri con noi Gesù Nazareno, sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il Santo di DIO".
Cerchiamo di immaginarci la scena: Gesù entra in chiesa, sale all'altare e si mette a predicare. A un certo punto qualcuno urla e si dibatte e Gesù comanda di tacere e di uscire. Davanti a questa parola che realizza ciò che dice, ( quando mai le nostre parole operano ciò che dicono?) si rimane incantati e stupefatti, ma probabilmente anche noi dobbiamo farci quella domanda: " Che c'entri con noi Gesù di Nazaret?". C'entra veramente nella nostra vita, nelle nostre scelte, oppure gli dedichiamo solo i ritagli di tempo e mezz'ora per la messa domenicale? Altra domanda: "A lui darete ascolto". Diamo veramente ascolto a Lui, alla Sua Parola, oppure diamo retta a tutt'altro e la sua Parola manco la conosciamo? Ecco alcuni interrogativi che le letture di oggi possono e devono suscitarci.
Voglio concludere con questa bella preghiera di speranza e di fiducia in un mondo dominato dalla paura e dal pessimismo, scritta da don Giuseppe Sacino: " Al più forte, a Gesù Messia: io credo che tu sei il più forte; più forte del maligno, più forte della morte, più forte del mio peccato, più forte dell'odio, della guerra, del terrorismo. Tu sei il più forte. Per questo credo che il mondo, anche quello in cui il Maligno abita e sembra dominare, è già redento e attende il momento della tua manifestazione. Voglio vedere in tanto buio, le stelle della speranza, capaci di rompere le spesse coltri del male. Anche nella tua Chiesa ci sono profeti senza la Parola, lampade spente senza l'olio della consolazione. Perdonaci Signore e manda ancora il tuo Spirito a sovvertire le nostre prudenze, a darci la gioia di amarti davvero; e nel mondo irrigato dalla tua grazia, tornerà la speranza. Amen"