Omelia (15-02-2009) |
Wilma Chasseur |
Il potere della fede Dopo la liberazione dell'indemoniato e la guarigione della suocera di Pietro di domenica scorsa, oggi assistiamo al terzo miracolo che Gesù fa dall'inizio del suo ministero in Galilea: la guarigione del lebbroso. Abbiamo visto come il Vangelo ci mostri, di volta in volta, i vari poteri che Gesù aveva: 1. sulle forze scatenate della natura quando comandava al vento e al mare in burrasca di placarsi e questi subito gli obbedivano, suscitando grande timore negli apostoli che si domandavano: " Ma chi è costui al quale anche i venti e il mare obbediscono?" 2. sugli spiriti immondi che essendo puri spiriti, sono forze molto superiori, naturalmente parlando, alle forze puramente umane, al punto che neppure gli apostoli riuscivano sempre a scacciarli, ma Gesù col solo ordine "esci da costui" li cacciava immediatamente; 3. sulla morte, addirittura, che riuscì a far retrocedere più di una volta, riportando in vita Lazzaro, la figlia di Giairo, il figlio della vedova di Naim, destando sempre immenso stupore e meraviglia nei presenti; 4. sulla malattia, come vediamo nel brano di Vangelo odierno, nella guarigione del lebbroso; "In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: se vuoi puoi guarirmi. Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse :"Lo voglio, guarisci!" Subito la lebbra scomparve ed egli guarì". La lebbra, come sappiamo tutti, era quella terribile malattia che isolava completamente la persona che ne era affetta: questa veniva considerata impura e relegata fuori dalle mura della città, col divieto assoluto di avvicinare altre persone. Ebbene questo lebbroso contravviene arditamente ad ogni prescrizione della legge ed infrange tutte quelle regole: avendo sentito parlare di Gesù e dei suoi straordinari poteri, si mette in cammino, entra nella città, si avvicina a Gesù supplicandolo di guarirlo. E Gesù MOSSO A COMPASSIONE, infrange anche Lui ogni regola di prudenza e di prescrizione legale: stende la mano, lo tocca - quando era severamente proibito farlo- e lo guarisce immediatamente. Mosso a compassione! Ecco qual era per Gesù la legge suprema che lo faceva agire: la compassione E questa non lo arrestava neanche davanti ai farisei infuriati: gli faceva infrangere addirittura il sacrosanto riposo sabbatico e l'intoccabile suprema legge dai 613 precetti, per schierarsi dalla parte di paralitici, lebbrosi, ciechi, zoppi e storpi vari che erano al di fuori di ogni precetto perché colpiti da mali invalidanti e "vergognosi" che li rendevano impuri e inavvicinabili dai loro simili. Gesù non aveva paura di rendersi complice di questi poveri rifiuti umani ai quali non rimaneva più niente se non una fiducia totale ed incondizionata nel Rabbì di Galilea. E a questa fiducia totale del lebbroso, Gesù risponde con l'immediata guarigione. "Se vuoi puoi guarirmi!" Mi colpisce e commuove profondamente questa fede totale di quel povero lebbroso. Sapeva che per la sua malattia non esisteva nessun rimedio umano, ma sapeva anche che poteva rivolgersi a Colui che tutto può, quindi riconosce veramente che Gesù è Dio. Infatti, dopo la guarigione, nonostante il divieto severo di Gesù di non dire niente a nessuno, ma di limitarsi ad andare dai sacerdoti per fare l'offerta prescritta dalla legge mosaica in caso di guarigione, egli sbandiera ai quattro venti, la guarigione avvenuta e rivela a tutti i poteri straordinari di Gesù " al punto che Egli non poteva più entrare pubblicamente in una città e si ritirava in luoghi deserti", ma anche lì finivano per trovarlo e venivano da ogni parte. Fin qui, abbiamo visto i poteri di Gesù, ma ora vediamo un potere che ha l'uomo: quello della fede. Quanta strada ha fatto l'anima di questo povero lebbroso grazie alla fede: ha ottenuto addirittura la guarigione del corpo! E quanta strada farebbe la nostra anima se avessimo più fede: giungerebbe fino al cuore di DIO. E varcherebbe la soglia dell'impossibile. |