Omelia (28-06-2009) |
Wilma Chasseur |
L'ultimo confine Oggi vediamo Gesù che passa da una riva all'altra e su entrambe le rive lascia il segno, anzi lascia molti segni: "In quel tempo essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla". Il primo che gli si avvicina è Giairo, capo della sinagoga e lo prega con insistenza di andare a guarire la figlioletta in fin di vita. Mentre vi andavano gli si avvicina una donna che soffriva di emorragie, ma che aveva una grande fede e pensava tra sé: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello sarò guarita". E subito le accadde ciò che la sua fede le aveva fatto sperare. Ma nel frattempo vennero ad avvisare Giairo che sua figlia intanto era morta, non valeva più la pena che il Maestro si disturbasse per andare da lei. Gesù però lo rassicurò dicendogli: "Non temere, continua solo ad aver fede". E giunto a casa prese la mano della figlioletta morta e le ordinò di alzarsi. La ragazza subito si alzò e si mise a camminare. Stupore e sbigottimento generale. Questa volta il Maestro, non ha solo calmato il vento e il mare in tempesta, ma ha fatto addirittura retrocedere la morte, cosa che proprio nessuno riesce a fare. L'uomo moderno con tutta la sua scienza e tecnologia, inventore di aggeggi che solcano i cieli e vanno su altri pianeti a velocità sempre più strabilianti, non è ancora riuscito a sapere bene cosa ci sta a fare sulla Terra e a sfuggire all'avvicinarsi ineluttabile e inevitabile della morte. E' anche riuscito a sfuggire alla forza di attrazione gravitazionale a gran velocità (40mila Km orari circa)e andare sulla Luna, ma non è ancora riuscito a scappare sulla Luna quando arriva la morte sulla Terra...Che arriva, anche questa, a gran velocità! Contro questo avvenimento non c'è progresso che tenga: l'uomo ne esce sempre e inesorabilmente sconfitto! L'unico progresso che l'uomo deve fare davanti a questo temibile avvenimento è quello della fede. Fede non in se stesso e nelle sue capacità di invenzione, ma fede in un Altro, in Gesù Salvatore, l'unico che ha vinto la morte. Ecco i poteri della fede: ci fanno attraversare i confini, non dell'Universo, ma quelli ben più sconfinati della morte. La fede ci assicura che la morte non è una porta che si chiude, ma una porta che si apre su una vita che non finirà mai più. Dobbiamo vivere bene quaggiù per preparare quell'avvenimento ultimo che ci introdurrà nel nostro destino eterno. Quello non finirà mai più! Come dice questa bella preghiera di Sant'Agostino: "Se senti vacillare la tua fede per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda. Se ogni cosa che passa cade nel nulla senza più ritornare, calmati: Dio rimane. Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona. Se la morte ti spaventa, calmati: Dio risveglia. Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde. Dio è con noi quando ci crediamo soli. Dio ci ama anche quando sembra che ci abbandoni." |