Omelia (13-09-2009) |
Wilma Chasseur |
Per via li interrogava Oggi abbiamo un rovesciamento di situazione rispetto a domenica scorsa: non è più Gesù che prende in disparte il sordomuto per guarirlo, ma è addirittura Pietro che prende in disparte Gesù per rimproverarlo. Ma andiamo con ordine. All'inizio vediamo Gesù che, per via, interrogava i discepoli. E anch'io mi sono interrogata: perché Gesù interrogava i discepoli e li interrogava per via? La prima risposta che mi viene è che, essendo sempre itineranti ed instancabili annunciatori del regno, doveva per forza interrogali per via... Ma c'è un'altra risposta che affiora: i discepoli di oggi siamo noi e siamo sempre per via, cioè sempre in cammino essendo la stessa vita nostra, un cammino incessante, quindi pure noi siamo interrogati da Gesù, per via. Quando avremo terminato il pellegrinaggio terreno, non ci interrogherà più, perché ormai le risposte saranno date, i giochi saranno fatti: nessuna possibilità di ricominciare...Chiediamo dunque la grazia di dare le rispose giuste (e di darle con la vita, non solo a parole) mentre siamo per via, perché dopo sarà troppo tardi! E su cosa li interrogava? Addirittura sulla sua identità: "La gente chi dice che sia il figlio dell'uomo? (...). E voi chi dite che io sia". Come dovettero farlo i suoi contemporanei, così continuarono a farlo tutti coloro che vennero in seguito. E i secoli continuano ad interrogarsi su quel personaggio - l'unico - che è uomo e Dio allo stesso tempo. E non smetteranno mai... questa domanda risuonerà fino alla consumazione del tempo e della memoria. Perché Gesù fa questa domanda? Non certo per fare un sondaggio d'opinione: Egli sa benissimo cosa c'è nel cuore della gente. Lo fa per far comprendere quanto sia importante conoscere la sua vera identità e suscitare la giusta risposta. Voi, chi dite che io sia? Voi che mi avete conosciuto da vicino, avete condiviso la mia vita giorno e notte, dopo aver lasciato casa, barca e padre... Sappiamo che la persona del Maestro interpellava ogni categoria di persone; dai notabili alla gente del popolo. Ognuno si pronunciava a modo suo. Chi era Gesù per gli oppositori? Per gli anziani del popolo, sommi sacerdoti, scribi e farisei era un continuo stupirsi ed anche scandalizzarsi: ma chi è mai costui che mangia con i pubblicani e i peccatori, non osserva il riposo sabbatico, non digiuna con i suoi discepoli? Ma anche: chi è mai costui che rimette i peccati, sgrida il vento e la tempesta e questi obbediscono, fa retrocedere la morte, guarisce malati e libera indemoniati? Lo osservavano giorno e notte con la lente di ingrandimento e attraverso il filtro della legge che conoscevano nei minimi dettagli. Ma Gesù non l'hanno riconosciuto e tantomeno accettato. Eppure erano religiosi, osservanti, praticanti fino ai minimi dettagli i 613 precetti della Torah; non erano perciò né atei, né agnostici, ma di Gesù non ne vollero sapere. Chi era Gesù per la folla? Certamente un grande profeta, ma non riuscivano a scorgere altro. La gente non era apertamente ostile a Gesù. Anzi accorreva in massa ad ascoltarlo, ma interessavano più i benefici che ne potevano ottenere che la sua persona. Evidentemente la folla non aveva capito il mistero della persona di Gesù. Chi era Gesù per i discepoli? Era il loro Maestro e Signore per il quale avevano lasciato casa, barca, padre, per seguirlo, ma erano ben lungi dall'averne capito il mistero. Si aspettavano ancora un Messia temporale, un liberatore d'Israele e la loro fede messianica doveva essere purificata da queste attese umane. Ma questa volta Pietro dà una stupenda risposta ("Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente") che lo fa definire beato da Gesù stesso: " Beato te Simone, perché né la carne, né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli". E per ognuno di noi, chi è Gesù Cristo? Il Salvatore, l'amico, il fratello, Colui che è presente nella nostra vita, ogni giorno, o un personaggio qualunque vissuto duemila anni fa e niente più? E' vivo oggi o appartiene al passato? Quando abbiamo avuto consapevolezza che è veramente vivo nella nostra, nella mia vita? Dalla risposta che daremo a questa domanda dipenderà il nostro cammino quaggiù e il nostro destino eterno. |