Omelia (20-09-2009) |
Wilma Chasseur |
Servire è regnare? Questo brano di vangelo ci mostra ancora Gesù e i discepoli in giro per la Galilea, instancabili camminatori e annunciatori del Regno. Sempre per via. Se domenica scorsa Gesù li interrogava, oggi, per via, li istruisce. E li mette al corrente dei grandi e tragici avvenimenti riguardanti la sua persona che sarebbero presto accaduti: "Istruiva i discepoli e diceva loro: "Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato in mano agli uomini e lo uccideranno, ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risorgerà". Questi però non comprendevano di che stesse parlando e a cosa alludesse, e non osavano chiedergli spiegazioni. Ma il seguito del brano, ci mostra come i discepoli non stessero solo ad ascoltare il Maestro, ma sembra che lungo la strada camminassero anche da soli, discorrendo tra di loro. Infatti appena giunti a Cafarnao ed entrati in casa Gesù domanda loro: "Di cosa stavate discutendo lungo la via? Ed essi tacevano. Per via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande". Incredibile ma vero! Dopo la grande e tragica rivelazione di Gesù sulla sua fine imminente e cioè che sarebbe stato ucciso e dopo tre giorni sarebbe risorto, i suoi amici più intimi, stavano pensando a loro stessi e alla carriera! Ecco di che pasta siamo fatti! La natura umana, lasciata a se stessa, non è proprio capace di grandi voli! Ne facciamo tutti l'esperienza. Solo la grazia fa volare... E naturalmente, allorché Gesù li interroga su cosa stessero dicendo lungo la via, si guardano bene dal dirglielo! Evidentemente si vergognano di rivelare quali meschini interessi fossero oggetto della loro conversazione, proprio dopo aver udito il grande annuncio della passione, morte e risurrezione del Signore. Sennonché Gesù sa leggere! E leggere un "testo" che nessun dottore della legge, anche il più bravo, sapeva decifrare: il cuore dell'uomo. Quindi Gesù sa benissimo di cosa stavano discorrendo lungo la via e, da come risponde, anche i discepoli capiscono che aveva capito tutto. "Allora sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuole essere il primo sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". Ecco smascherati in pieno i loro sogni di grandezza e rivelati i pensieri nascosti nel loro cuore. Risposta che centra in pieno l'obiettivo e non lascia sussistere la minima illusione di "carriera": in un sol colpo il Maestro abbatte tutti i sogni trionfalistici e desideri arrivisti dei Dodici. "Servire è regnare" diceva già sant'Ireneo di Lione, ma chi la capisce ancora questa lingua? O, perlomeno, chi la parla ancora, anche qualora la capisca? Alzi la mano colui per il quale "servire" è sinonimo di "regnare" e colui che aspira ad arrivare al potere, solo per servire! Quante mani alzate? Questo Vangelo ci mostra dunque due modi di tacere dei Dodici, dettati da due atteggiamenti diversi: prima, quando Gesù annuncia la sua prossima fine, tacciono perché non capiscono e non osano far domande. E forse non le fanno proprio per il timore di capire ciò che non vogliono capire. Poi, quando Gesù li interroga su cosa stessero dicendo tra di loro, tacciono di nuovo perché evidentemente si vergognano di rivelare quali aspirazioni abitassero i loro cuori, proprio dopo aver udito il grande annuncio della Passione. Aspiravano ad essere grandi, ma Gesù rivela loro che l'unico modo per essere grandi è diventare piccoli: "E preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse: "Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me". Siamo dunque invitati a non crescere troppo, o perlomeno a non lasciar crescere troppo la cresta, perché poi sarà sempre più difficile ridiventare piccoli ed essere felici di essere servi di tutti. |