Omelia (11-10-2009) |
Wilma Chasseur |
Poveri ricchi!... Le letture di oggi ci mostrano quali siano le vere ricchezze che nessun ladro, nessun cataclisma e nessuna bancarotta possono portare via. Abbiamo già chiesto la sapienza? La prima lettura, tratta dal Libro della Sapienza, costituisce un insegnamento ammirabile su quale debba essere l'oggetto della nostra preghiera: "Pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito della sapienza". Facciamo un piccolo esame di coscienza: quante volte nella preghiera abbiamo chiesto, per prima cosa, la sapienza? Quale percentuale occupa nelle nostre domande e petizioni al Signore? Viene prima del benessere, salute, lavoro, casa ecc. ecc.? "L'amai più della salute e della bellezza". E' così anche per noi? Ahimè, mi sa tanto che nella società degli uomini si moltiplicano palestre di ginnastica, corsi di fitness, istituti di bellezza, ma non ho ancora visto un "Istituto di sapienza"...E anche qualora ci fosse, temo che registrerebbe ben poche presenze, rispetto agli altri. La preferiamo a salute, bellezza e ricchezza? "La preferii a scettri e troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto". Ohimè! Possiamo dire altrettanto? Quanti, come massima ambizione, hanno quella di salire finalmente su di un trono (arrivare al potere) e vincere al lotto... Quanti vanno a gara per partecipare a quiz televisivi a premi e portarsi via il consistente gruzzolo. Se facessimo un sondaggio tra la gente comune, scopriremmo probabilmente che le mete più agognate sono proprio quelle! Ma io mi domando: dopo che uno ha vinto 100 miliardi, è forse migliore di prima? E' forse cambiato dentro, migliore fuori e più sapiente in casa e fuori casa? E' forse più felice? Temo che dopo una prima comprensibile esaltazione, si ritroverebbe pieno di grattacapi: come investire il gruzzolo? Come proteggerlo dai ladri? Dove andare in ferie, che si trasformerebbero subito in furie...Poveri noi! Che fatica essere ricchi: a quel poveretto non gli rimarrebbe più tempo per occuparsi di altro e dovrebbe vivere in funzione del "gruzzolo" (perché purtroppo, a causa del peccato originale, spesso, quella di voler diventare ricchi per poi dare tutto in beneficenza, rimane una pia illusione). Altro che acquistare la sapienza: perderebbe di colpo anche quel poco che gli era rimasta, perché, senza un miracolo, tutti quei denari improvvisi, non potrebbero non dargli alla testa... Povero ricco che sfortuna gli è capitata! Verso cosa corriamo? Eppure la corsa al denaro finalizza la vita di molti ed è deleteria quanto la corsa agli armamenti, perché il denaro è l'arma più micidiale che ci sia, in nome del quale si commettono delitti innominabili. Del resto anche la corsa agli armamenti è finalizzata al denaro. Gesù nel Vangelo ribadisce questo concetto e nella sua risposta al giovane ricco, leggiamo una serie di cinque verbi: và, vendi, dai, vieni e seguimi. Questo vangelo ci riguarda tutti: siamo tutti attaccati a qualche bene (o male...) da cui dobbiamo saper staccare il cuore. E' una parola che ci mette in crisi, del resto la parola di Dio è sempre una spada tagliente che penetra fino alla divisione tra carne e spirito e tenta di farci superare i desideri terrestri per farci pervenire alla suprema libertà dello spirito. Per questo è necessaria la grazia che viene dall'alto perché "ciò che è impossibile agli uomini è possibile a DIO". Quali sono le vere ricchezze? Le vere ricchezze sono quelle spirituali, soprattutto il dono della sapienza che, lungi dal farci disprezzare i beni materiali, ce li fa usare per aiutare i fratelli, far avanzare il regno di Dio e metterli al Suo servizio. |