Omelia (01-09-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Cor 3,9 Dalla Parola del giorno Siamo collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio. Come vivere questa Parola? San Paolo scrive ai cristiani di Corinto e non si trattiene dal riprenderli perché, immaturi umanamente e spiritualmente, si lasciano devastare da serpi velenose: l'invidia e la discordia, una generatrice dell'altra. Paolo li ammonisce dicendo che sono come "neonati", sono esseri "carnali", gente che si comporta "in maniera tutta umana", dove quest'ultimo epiteto è usato in senso limitativo. Sì, sono carnali. "Carnale" significa colui che si lascia dominare da una passionalità che non è illuminata, dominata, trasfigurata dalla fede. Di qui grossi guai del vantarsi di aderire a un partito o all'altro: a quello dell'apostolo Paolo o di Apollo, pur predicatori dello stesso Gesù. Con forza Paolo afferma che l'opera dell'annuncio e dell'accompagnamento spirituale non ha come artefice né Paolo né Apollo; essi sono solo strumenti. Il bene, la crescita, la santificazione dell'uomo è opera di Dio. L'immagine è bella ed efficace. C'è un campo dove qualcuno pianta, altri irriga. C'è un campo dove, in nome di Dio, c'è chi lavora. Ma il mistero della fecondazione e della crescita di ciò che vive è nelle mani di Dio. Com'è consolante sapere che tu, io, ognuno è campo del Signore, assolutamente affidato alla grazia del suo prendersi cura e far crescere! Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò a prendere più forte consapevolezza di questo mio essere campo di Dio. Ne avrò rinnovato vigore e accresciuto senso di responsabilità. D'accordo, se i collaboratori di Dio, i suoi ministri sono quello che devono essere, io ne sarò lieto. Ma ciò che conta è che io confidi in Colui che fa misteriosamente crescere la mia identità di figlio di Dio, di autentico cristiano. Signore, pensa tu ai tuoi collaboratori. Rendili santi. E non cessare di far crescere in me il tuo amore, segreto di vita. La voce di un dottore della Chiesa Con intelligenza e circospezione dobbiamo coltivare, in senso spirituale, il campo del Signore, di cui siamo agricoltori, per mieterne in ricompensa il frutto di buone opere. Leone Magno |