Omelia (02-09-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Cor 3,21-23 Dalla Parola del giorno Nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa', il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio. Come vivere questa Parola? Prima di aver incontrato Cristo Gesù, Paolo aveva posto la sua gloria in se stesso e negli uomini con un raffinato corredo di conoscenze biblico-teologiche e una grande capacità di primeggiare nel rapporto con gli altri uomini. Ma la luce del Cristo era stata così forte da accecarlo dapprima, come per renderlo persuaso che è tenebra il porre speranza nel successo umano con quella mentalità schiavizzata all'idea che è solo il "qui e ora" che conta. La mentalità del vangelo apre e ti offre un'ampiezza ben più vasta di orizzonte. Sì, bisogna "gridarlo sui tetti" e non solo dirlo in sordina con una timidezza del tutto fuori luogo. Bisogna dire, soprattutto con la vita, che il cristiano, lungi dall'essere un rinunciatario, è uno che può afferrare la vita intera. Non solo i miei cari sono miei, ma gli amici, la scienza, la cultura, tutto ciò che nel creato e nell'arte, è vero buono e bello, è mio. Disse Terenzio Afro: come posso non dire che tutto quello che è umano appartiene a me? C'è però un punto nodale che fa luce sulla natura di questo avere tutto: il fatto che io - se sono cristiano - non mi appartengo. Sono di Cristo che mi coinvolge nell'amplesso trinitario del Padre nell'amore persona che è lo Spirito Santo. E allora, se la natura di Dio è quella dell'amore che si dona, io esisto solo se amo donandomi. A questo penso nella mia odierna pausa contemplativa. Signore Gesù, amore vivente che fai vivere chi ha tutto in te e con te, fammi vivere come te: nella continua volontà di amare, di donarmi come il Padre vuole. La voce di un dottore della Chiesa Chi ha Dio non manca di nulla. Dio solo basta. Santa Teresa d'Avila |