Omelia (15-08-2010) |
don Daniele Muraro |
Perfettamente davanti a Dio Giorgio Manganelli ormai trent'anni fa scriveva: "Fra tutte le epidemie, i sismi, i tifoni, gli sbarchi di cavallette, le alluvioni torrenziali, solo certo e prevedibile resta il ferragosto... Durante le non molte, ma fatali ore del ferragosto, trionfa una colossale eclissi dell'esistenza. Nulla viene prodotto, eccetto l'ectoplasma..." E ancora: "La mia sensazione più profonda è che il ferragosto sia la festa del Nulla: e a questa convinzione io mi adeguo." Evidentemente lo scrittore non conosceva il contenuto religioso di questa festa, cioè il tributo del popolo credente a Maria santissima assunta al Cielo in anima e corpo. Infatti all'opposto di una celebrazione del vuoto esistenziale, il Ferragosto per un cristiano è la festa della congratulazione e della speranza. Ci congratuliamo con la Madonna per la sua condizione beata definitiva e quello che nel corso della storia ha già raggiunto lei, per noi e per i nostri cari lo speriamo alla fine della storia. Non si tratta di farsi prendere da un'esaltazione fatua, ma di considerare il tempo nella prospettiva dell'eternità. A chi è affetto da un senso di smarrimento nell'animo la solennità dell'Assunzione al Cielo di Maria santissima offre un punto di riferimento sicuro: la sopravvivenza dell'anima alla morte fisica già fin d'ora e alla fine la resurrezione del corpo. Il dogma dell'Assunzione di Maria è di recente definizione, ma la fede della Chiesa su questo punto è molto più antica. San Maiolo, abate di Cluny, (abbazia di cui quest'anno ricorrono i millecento anni dalla fondazione) lo testimonia. Nel luglio 972 di ritorno da Roma, sulle Alpi francesi scendendo dal Gran san Bernardo, fu assalito e catturato dai saraceni, i quali gli sequestrarono tutti i suoi codici, a cui teneva molto. Rinchiuso in una orrenda grotta scavata sotto la roccia, il santo abate si accorse di avere ancora con sé sotto l'abito il libro di san Gerolamo (in realtà di Pascasio Radberto) sull'Assunzione di Maria. Calcolò subito quanti giorni mancavano alla festa dell'Assunzione della Madre di misericordia e trovò che sarebbe caduta di lì a ventiquattro giorni. Troviamo scritto: "Pregò allora la Vergine di ottenere dal Figlio di essere liberato, per poter celebrare quella così grande solennità assieme a tutti coloro che erano prigionieri con lui. Terminata la preghiera e appoggiato il capo su una pietra si addormentò subito per la stanchezza. Ma poco dopo si svegliò e si trovò libero dai ceppi che lo tenevano avvinto." "Al mattino i barbari rimasero stupiti di fronte a quel miracolo, e ritenendo che a liberarlo dalle catene fosse stata la potenza di Dio, non osarono più tenerlo legato; anzi, mitigando la loro ferocia, cominciarono a manifestare la loro venerazione per quell'uomo che avevano prima deriso." Seguì a breve il riscatto. Che differenza tra i due atteggiamenti: Maiolo pur non avendo nulla era pieno di speranza pensando a Maria; lo scrittore moderno, l'abbiamo sentito, si mostra incapace di opporsi alla banalità del vivere che assale chi ha tutto. Dopo l'annuncio dell'Angelo Maria si leva in piedi e va in fretta a trovare e ad assistere la cugina Elisabetta. Ha Dio con sé, per questo dimostra tanto entusiasmo e lo dichiara nella preghiera del Magnificat. Dio si rivolge a quelli che lo temono, non li dimentica, anzi li soccorre ed è capace di ribaltare la loro condizione difficile: "ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili". Prima di questo però di Dio vien detto che "ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore". Sono dispersi nei pensieri del loro cuore i malvagi che vogliono affermarsi a scapito degli altri quando non possono realizzare ciò che hanno concepito nel loro animo e calcolato nella loro mente per un fatto nuovo non previsto che sconvolge i loro piani. La novità consiste nell'Incarnazione del Figlio di Dio, del quale lei stessa Maria diventerà Madre. Da lei, la umile innalzata a tanto compito, Dio darà al mondo il vero Re e Signore della storia, di fronte al quale i potenti di questa terra dovranno cedere. La potenza del suo braccio di Dio si sarebbe presto manifestata nella mansuetudine e bontà del suo Figlio, mite e umile di cuore generoso verso i poveri in spirito, ma severo nel giudizio finale contro i crudeli. Maria crede nell'adempimento di queste promesse del Signore e lascia parlare in lei l'ispirazione dello Spirito santo. Ne sgorga la preghiera del Magnificat. Diciamo perfetto è ciò a cui nulla manca. La perfezione Maria la raggiunge con l'Assunzione, vivente in anima e corpo presso Dio per sempre. Tutte le generazioni la dicono beata. Beato è chi ha ottenuto tutto ciò che vuole e che non ha voluto nulla di male. Maria non volle mai nulla di male e ottenne anche più di quello che aveva chiesto: agì sempre secondo la perfetta qualità della sua anima e divenne Madre rimanendo Vergine, riunendo in sé la varietà di tutti i beni per una creatura umana. Perciò è lei la donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle, immagine della Chiesa che ancora oggi dà al mondo il Salvatore. Il Signore ha adempiuto la sua promessa il giorno della sua Assunzione al Cielo per Maria singolarmente ma come in anticipo anche per tutti noi collettivamente, perciò siamo qui ad onorare la Madre del Signore e la preghiamo che si degni lei di rivolgersi a noi, nell'attesa di essere elevati anche noi alla condizione in cui già ora si trova lei. |