Omelia (09-09-2010) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Cor 8,13 Dalla Parola del giorno Se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello. Come vivere questa Parola? Paolo affronta il problema della liceità o meno di nutrirsi di carni offerte agli idoli, ma va oltre, puntando al cuore della morale cristiana. Gli idoli di per sé sono nulla e quindi le carni provenienti dai sacrifici offerti loro e rivendute al mercato, sono come le altre, per cui ci si può nutrire di esse liberamente, senza timore di contaminarsi moralmente. Una libertà che alcuni ostentavano superbamente contrapponendo la loro coscienza forte e illuminata a quella debole e oscillante di chi ancora non si era totalmente distaccato dalla precettistica ebraica che ne imponeva l'astensione e che, di conseguenza, restava turbato e smarrito dal comportamento dei primi. Paolo, da un lato riconosce e convalida la libertà di servirsi anche di carni offerte agli idoli, ma dall'altro condanna la mancanza di carità di chi in tal modo fa sfoggio della propria superiorità su chi considera un immaturo nella fede. Ovviamente la carità cristiana non richiede di scadere nella simulazione, ma di assumere l'atteggiamento del buon pastore che prende in braccio gli agnellini e adatta il suo passo a quello delle pecore madri. Oggi, in una società dove tutto è permesso, l'esercizio della libertà cristiana è ancor più messo alla prova. Innanzitutto l'autenticità della libertà che rivendichiamo va verificata nell'intimo della coscienza: è esercizio di libertà o umiliante asservimento agli idoli di turno? Va poi assunto senza facili sconti il dovere della testimonianza, che impone trasparenza nelle scelte che operiamo con sovrana libertà. Oggi, nel mio rientro al cuore, mi chiederò: la libertà che rivendico è quella che mi è stata donata da Gesù o l'arbitrario e smodato abuso dei beni materiali fisici e morali che Dio stesso mi ha affidato? Donami, Signore, quella sapienza che viene da te e che mi fa discernere, nel mio comportamento, dove c'è autentica libertà e dove c'è solo lo scadere in facili concessioni. La voce di un testimone La libertà non è una cameriera tuttofare che si può sfruttare impunemente. Né un paravento sbalorditivo dietro il quale si gonfiano fetide ambizioni. Raoul Follerau |