Omelia (21-09-2010)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli.

Come vivere questa Parola?
Mentre Gesù va via da Cafarnao, vede un uomo, chiamato Matteo, esattore delle imposte. Gesù l'invita: "Seguimi!" e subito egli si alza e lo segue. Così l'evangelista riduce all'essenzialità la chiamata di Matteo e di qualsiasi persona: incontro, proposta, risposta.
La missione viene chiarita mentre sono a tavola; probabilmente è Matteo che offre un pranzo a Gesù e ai suoi discepoli, e mentre mangiano, molti pubblicani e peccatori sopraggiungono. Ci sono presenti anche alcuni farisei e questi, sbigottiti che Gesù mangia insieme a tali persone interrogano i discepoli: "Come mai il vostro maestro mangia insieme a pubblicani e peccatori?". Gesù stesso risponde loro, dando al fatto un significato molto più ampio: "Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori", cioè sono qui per cercare e salvare chi si è perduto per la strada. È la missione di Gesù e di tutti quelli che lo seguono. Però bisogna ricordarci sempre che davanti a Dio siamo tutti peccatori; Egli chiama tutti alla conversione, al banchetto nel suo Regno. Egli può chiamare anche te e me per lavorare con lui per la salvezza dei fratelli.

Nella mia pausa contemplativa oggi, mi metto al posto di Matteo e rifletto: ho già incontrato il Signore in modo personale? Che cosa mi propone oggi? Come rispondo?

Signore Gesù aiutami a comportarmi in maniera degna della mia vocazione cristiana, con umiltà e mansuetudine, pronto a collaborare con te, concretamente, per il bene dei fratelli che incontro per la mia strada quotidiana.

Un Padre della Chiesa
Quale uomo infatti è in grado di giudicare un altro uomo? Il mondo è pieno di giudizi avventati. Colui del quale dovremmo disperare, ecco che all'improvviso, si converte e diviene ottimo. Colui dal quale ci saremmo aspettati molto, ad un tratto si allontana dal bene. e diventa pessimo. Né il nostro timore né il nostro amore sono stabili e sicuri.
Sant'Agostino