Omelia (07-09-2003) |
a cura dei Carmelitani |
Gesù ridona al popolo il dono della parola. 1. Orazione iniziale Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l' hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen. 2. Lettura: Marco 7,31-37 a) Una chiave di lettura: La liturgia di questa domenica ci pone davanti Gesù che cura un sordomuto nella terra della Decapoli e riceve dal popolo questo elogio: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!» Questo elogio si ispira in alcuni frasi da Isaia (Is 29,8-19; 35,5-6; 42,7) e dimostra che il popolo stava vedendo in Gesù l'avvento dei tempi messianici. Gesù stesso aveva usato questa stessa frase per rispondere ai discepoli di Giovanni: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, i sordi riacquistano l'udito, i muti parlano." (Mt 11,4-5) I primi cristiani usavano la Bibbia per chiarire e interpretare le azione e gli atteggiamenti di Gesù. Facevano questo per esprimere la loro fede che Gesù era il Messia, colui che doveva realizzare la promessa, e per poter capire meglio tutto quello che Gesù aveva fatto e insegnato in quei pochi anni che aveva passato in mezzo a loro in Palestina. b) Una divisione del testo per aiutare la lettura: Marco 7,31: descrizione geografica: Gesù sta in un territorio fuori della Giudea Marco 7,32: la situazione dell'uomo: sordomuto Marco 7,33-34: il gesto di Gesù per guarire l'uomo Marco 7,35: il risultato dell'azione guaritrice di Gesù Marco 7,36: la raccomandazione al silenzio non è obbedita Marco 7.37: l'elogio del popolo c) Il testo: 31 Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32 E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. 33 E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». 35 E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36 E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano 37 e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!». 3. Momento di silenzio orante perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita. 4. Alcune domande per aiutarci nella meditazione e nell'orazione: a) Qual'è l'atteggiamento di Gesù di fronte al sordomuto e di fronte al popolo? Come intendi tu i gesti di Gesù: gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà»? b) Come intendere la preoccupazione di Gesù che porta l'uomo lontano dalla folla? c) Perché Gesù proibisce al divulgazione? Come intendere la disobbedienza del popolo al comando di Gesù? d) Quali altri testi dall'Antico Testamento e dal Nuovo Testamento sono evocati o stanno sullo sfondo di questo testo? 5. Ulteriori informazioni sul Vangelo di Marco i) Commentario al testo a) Marco 7,31: Gesù nella terra della Decapoli L'episodio della guarigione del sordomuto è poco conosciuto. Marco non dice chiaramente dove si trova Gesù. Da intendere che sta fuori della Palestina, in terra dei pagani, attraversando una regione chiamata Decapoli. Decapoli significa, letteralmente, Dieci Città. Era, infatti, una regione di dieci città a sudest della Galilea, la cui popolazione era pagana, marcata per la cultura ellenista. b) Marco 7,32: Un sordomuto è portato da Gesù. Pur non stando nella propria terra, Gesù è conosciuto come qualcuno che può guarire i malati. Per questo, il popolo gli porta un uomo sordo che parla con difficoltà. Si tratta di una persona che non può comunicare con gli altri. È l'immagine di molte persone che oggi vivono massificati nelle grandi città in completa solitudine, senza la possibilità di comunicazione. c) Marco 7,33-34: Una guarigione differente Il modo di guarire è differente. Il popolo desiderava che Gesù imponesse semplicemente le mani sul malato. Ma Gesù va molto aldilà della richiesta. Gesù porta l'uomo lontano dalla folla, pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua e guardò verso il cielo, sospirò profondamente e disse: «Effatà» che significa "Apriti!" Il dito nell'orecchio evoca la frase dei maghi d'Egitto che dicevano: "Qui c'è il dito di Dio!"(Es 8,15) ed anche la frase del salmista: "Apriste i miei orecchi!" (Sl 40,7) Il tocco della lingua con la saliva ristabilisce in essa la facoltà di parlare. Nella opinione del popolo di quel tempo, la saliva aveva potere medicinale. Lo sguardo verso l'alto indica che la guarigione viene da Dio. Il gemito è un atteggiamento di supplica. d) Marco 7,35: Il risultato della guarigione Nello stesso istante, gli orecchi del sordo si aprirono, la lingua si sciolse e l'uomo cominciò a parlare correttamente. Gesù desidera che il popolo apra gli orecchi e sciolga la lingua! Anche oggi! In molti luoghi, a causa degli atteggiamenti autoritari del potere religioso, il popolo è stato silenziato e non parla. È molto importante che il popolo possa ricuperare la paraola dentro della Chiesa per poter esprimere la sua esperienza di Dio e così arricchire tutti, incluso il clero. e) Marco 7,36: Gesù non desidera pubblicità Gesù ordina che non raccontino ciò che era successo. Talvolta si esagera l'importanza che il Vangelo di Marco attribuisce alla proibizione di divulgare la guarigione, come se Gesù tenesse un segreto che doveva essere mantenuto. Di fatti, alcune volte Gesù ordina di non divulgare la guarigione (Mc 1,44; 5,43; 7,36; 8,26). Egli chiede il silenzio, ma ottiene il risultato contrario. Quanto più proibisce, tanto più la Buona Novella si diffonde (Mc 1,28.45; 3,7-8; 7,36-37). D'altra parte, nella maggior parte dei casi, cioè nelle molte altre volte che Gesù un miracolo, non chiese il silenzio. Anzi una volta chiese la pubblicità (Mc 5,19). f) Marco 7,37: L'elogio del popolo Tutto il popolo rimase ammirato e disse: «Ha fatto bene ogni cosa!» (Mc 7,37). Questa affermazione fa ricordare la creazione: "Dio vide che tutto ciò che aveva fatto era molto buono!" (Gen 1,31). Malgrado la proibizione, le persone che assistirono alla guarigione cominciarono a proclamare ciò che avevano visto, riassumendo la Buona Novella di Gesù con queste parole: "Ha fatto bene ogni cosa!" È inutile proibire di parlare. La forza interna della Buona Novella è tanto grande che si divulga per se stessa! Chi ha fatto esperienza di Gesù, lo racconta agli altri, che lo voglia o no! ii) Informazioni sulle divisioni all'interno del Vangelo di Marco 1ª Chiave: Il Vangelo di Marco è stato scritto per essere letto e ascoltato in comunità. Quando leggi un libro da solo puoi sempre fermarti e tornare indietro per legare una cosa con un'altra. Ma quando stai in comunità e qualcuno sta leggendo il Vangelo la davanti, non puoi gridare: "Fermati! Leggi un'altra volta! Non ho capito bene!" Un libro per essere ascoltato in celebrazioni comunitarie ha un modo diverso di dividere l'argomento, da un'altro libro scritto per essere letto in una lettura individuale. 2ª Chiave: Il Vangelo di Marco è una narrazione. Una narrazione è come un fiume. Percorrendo il fiume in barca, non si percepisce le divisioni delle acque. Il fiume non ha divisioni. È un solo flusso, dal suo inizio fino alla sua fine. Nel fiume, le divisioni le fai tu a partire dalla riva. Per esempio, puoi dire: "Quel bel pezzo di fiume che va da quella casa nella curva fino a quella palma, che sta tre curve dopo". Ma nell'acqua non si percepisce alcuna divisione. La narrazione di Marco fluisce come un fiume. Le sue divisioni gli ascoltatori le incontrano alla riva, cioè nei luoghi per i quali Gesù passa, nelle persone che egli incontra, nelle strade che percorre. Queste indicazioni alle margine aiutano gli ascoltatori a non perdersi in mezzo a tante parole e azioni di Gesù e su Gesù. Il quadro geografico aiuta il lettore, la lettrice, a camminare con Gesù, passo dopo passo, dalla Galilea fino a Gerusalemme, dal lago fino al calvario. 3ª Chiave: Il Vangelo di Marco è stato scritto per essere letto tutto d'una sola volta. Gli ebrei così leggevano i libri piccoli dell'Antico Testamento. Per esempio, nella notte di Pasqua leggevano di una sola volta tutto il libro del Cantico dei Cantici. Alcuni studiosi credono che il vangelo di Marco è stato scritto per essere letto tutto intero nella notte di Pasqua. Ora, affinché gli ascoltatori non si stancassero, la lettura doveva avere le sue divisioni, le sue pause. Poiché, quando una narrazione è lunga, come quella del vangelo di Marco, la sua lettura deve essere interrotta di tanto in tanto. Bisogna avere delle pause in alcuni momenti. Se no, gli ascoltatori si sarebbero persi. Queste pause erano già previste dallo stesso autore della narrazione. Erano segnalate con piccoli sommari tra una lettura più lunga e un'altra. Questi sommari come cerniere, che raccolgono quello che si aveva letto e aprivano la strada a ciò che veniva dopo. Essi permettono a fermarsi e ricominciare, senza interrompere la sequenza della narrazione. Essi aiutano l'ascoltatore a situarsi dentro il fiume della narrazione che fluisce. Il Vangelo di Marco ha molte di queste pause che ci permettono scoprire e seguire il percorso della Buona Novella di Dio che Gesù ci rivelò e che Marco ci racconta. In tutto ci sono sei blocchi di lettura più lunghi, intercalati da piccoli sommari o cerniere, dove è possibile fare una piccola pausa. Basandoci su questi tre chiavi, presentiamo qui una divisione del Vangelo di Marco. Altri lo dividono diversamente. Ogni divisione ha la sua marca distintiva e il suo valore. Il valore di una divisione è quello di aprire uno dei molti modi per entrare nel testo, di aiutarci a scoprire qualche cosa della Buona Novella di Dio e di portarci a percepire il cammino che Gesù aprì per noi verso Dio e verso i fratelli. Introduzione: Mc 1,1-13: Inizio della Buona Novella Preparare l'annuncio Sommario: 1,14-15 1ª lettura: Mc 1,16-3,16: Cresce la Buona Novella Appare il conflitto Sommario: 3,7-12 2ª lettura: Mc 3,13-6,6: Cresce il conflitto Appare il Mistero Sommario: 6,7-13 3ª lettura: Mc 6,14-8,21: Cresce il Mistero Appare il non intendimento Sommario: 8,22-26 4ª lettura: Mc 8,27-10,45: Cresce il non intendimento Appare la luce oscura della Croce Sommario: 10,46-52 5ª lettura: Mc 11,1-13,32: Cresce la luce oscura della Croce Appaiono la rottura e la morte Sommario: 13,33-37 6ª lettura: Mc 14,1-15,39: Crescono la rottura e la morte Appare la vittoria sulla a morte Sommario: 15,40-41 Conclusione: Mc 15,42-16,20: Cresce la vittoria sulla morte Riappare la Buona Novella In questa divisione i titoli sono importanti. Essi indicano il soffio dello Spirito, dell'ispirazione, che percorre tutto il Vangelo. Quando un artista si sente ispirato, cerca di esprimere questa ispirazione in un opera di arte. La poesia o l'immagine che ne risulta porta in sé questa ispirazione. L'ispirazione è come la forza elettrica che corre invisibile nei fili e accende la lampada nelle nostre case. Così, l'ispirazione corre invisibile nelle parole della poesia o nelle forme dell'immagine per rivelare o accendere dentro di noi una luce uguale o quasi uguale a quella che brillò nell'artista. È per questo motivo che le opre d'arte ci attraggono tanto. Lo stesso succede quando leggiamo e meditiamo il vangelo di Marco. Lo stesso Spirito o l'Ispirazione che mosse Marco a scrivere il testo, resta presente nel filo delle parole del suo Vangelo. Attraverso la sua lettura attenta e orante, questo Spirito entra in azione e incomincia ad operare in noi. Così, poco a poco, scopriamo il volto di Dio che si rivelò in Gesù e che Marco ci comunica nel suo libro. 6. Salmo 131 Abbandono filiale Signore, non s'inorgoglisce il mio cuore, non sono boriosi i miei occhi, non mi muovo fra cose troppo grandi, superiori alle mie forze. Anzi, tengo serena e tranquilla l'anima mia. Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia. Attendi, Israele, il Signore; ora e sempre! 7. Orazione Finale Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa' che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa' che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell'unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen. |