Omelia (14-09-2003) |
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Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me Strumento di supplizio di un'atroce crudeltà, come ha potuto la croce diventare gloriosa? E come può la chiesa invitarci ad "esaltare" questo orribile patibolo sul quale Cristo, suo divino fondatore, ha esalato l'ultimo sospiro? - La vittoria della croce. Dio "i cui pensieri non sono i nostri pensieri", ha voluto che per mezzo della croce fosse riportata la più grande di tutte le vittorie. L'odio vinto, l'inferno sconfitto, l'uomo riconciliato con Dio, un'umanità nuova elevata fino alla partecipazione della vita stessa di Dio! - Il trionfo della croce. Non c'è quindi da sorprendersi che la croce sia diventato l'oggetto di sì grande venerazione. Essa è innalzata dappertutto al posto d'onore, nelle nostre chiese, nei crocicchi delle nostre strade, sulle pareti delle nostre case. Ma la croce è eretta anche nei nostri cuori? È lì soprattutto ch'essa deve regnare. La croce ha sedotto i nostri cuori fino al punto d'esserne conquistati per sempre? - Guardiamo noi alla croce: con uno sguardo di fede: essa ci parla di Dio e del suo amore, ci dice la malizia del peccato e il valore della vita divina. Con uno sguardo di speranza: possiamo ancora dubitare della misericordia divina, per quanti siano i nostri peccati? Con uno sguardo di amore: sentiamo Cristo che ci grida dall'alto della croce: "Comprendi finalmente che io ti amo? E tu?...". Non facciamoci illusioni! Solo con una vita di amore esaltiamo e onoriamo la croce di Cristo. |