Omelia (01-01-2008) |
Paolo Curtaz |
Commento su Luca 2,16-21 Non stiamo festeggiando san Capodanno martire, ma la maternità di Maria che professiamo Madre di Dio. Iniziamo l'anno civile nello stupore del Natale, interrogandoci sulla vera identità di quel bambino stretto a sua madre. Buon anno, amici! Siamo ancora immersi in pieno nel clima di Natale, nella presa di consapevolezza della straordinaria presenza di Dio in mezzo a noi e iniziamo nel segno della benedizione questo nuovo anno. In questo giorno celebriamo la presenza di Maria discepola del Signore e, per volontà del compianto papa Paolo VI, come ogni anno, chiediamo per il mondo il dono della pace. Nella benedizione tratta dal libro dei Numeri, Mosé augura al popolo "il Signore faccia brillare il suo volto su di te", un bellissimo semitismo che potremmo tradurre: che Dio ti sorrida. Credo che la pace tra i popoli nasca dalla pace del cuore e questa scaturisce dalla consapevolezza dell'amore che Dio ha per noi. Sono scostante e irritato, deluso e sulle difensive, aggressivo e cinico finché nella mia vita non scopro il volto di un Dio che mi sorride. Vuoi diventare veramente un uomo di pace? Sii pacificato, lasciati incontrare da questo Dio che ti salva e ti ama di un amore virile e tenerissimo. Prendiamo esempio da Maria che, come scrive in greco Luca, prendeva i vari pezzi e li metteva insieme, cercando di capirli. Anche a noi è chiesta la capacità di mettere insieme i pezzi della nostra vita, di dare una lettura di fede della storia, per vedere negli eventi la presenza della volontà salvifica di Dio. Solo così, vedendo nei pezzi della nostra storia che Dio ci sorride, come ha saputo fare Maria, diventeremo facitori di pace e sarà - sul serio - un buon anno! |