Omelia (04-01-2008)
Paolo Curtaz


Andrea e Giovanni seguono il consiglio che dà loro il Battista, il profeta che hanno scelto come guida, e si mettono a seguire il Nazareno, appena battezzato. Gesù li vede, si volta, e invece di accoglierli sorridente e contento di avere finalmente due discepoli li gela con una domanda birichina: chi (che) cercate? Già... che cerchiamo quando cerchiamo Dio? Cosa (davvero) vogliamo quando ci mettiamo a seguire il Vangelo? Certezze? Protezione? Consolazione? Cosa davvero ci spinge a seguire il Signore Gesù? Così come dicevamo per il Battista, anche Gesù conferma che per seguirlo dobbiamo chiarirci bene bene le idee, essere onesti e autentici con noi stessi, tirar fuori, anche con fatica, la verità di noi stessi per diventare liberi di amare. I due sono spiazzati e pongono, a loro volta una domanda. Gesù replica: Venite e vedrete. La fede non è sapere o pregare o convincere o non peccare. La fede è andare a vedere, fare esperienza, incontrare, conoscere Gesù. Fino a quando, nella nostra vita, non avremo davvero incrociato lo sguardo di Cristo, come i due discepoli del Battista, non avremo davvero fatto esperienza del Dio di Gesù. I due si fidano, vanno e vedono. E rimangono. Giovanni scrive il suo Vangelo sessant'anni dopo quell'incontro e si ricorda ancora l'ora: le quattro del pomeriggio. È stato un solco quell'incontro, uno schiaffo, un colpo di fulmine, una follia. E tu, amico lettore, che ora era quando hai incontrato Dio?