Omelia (05-01-2008)
Paolo Curtaz


Il Dio che si è reso visibile, riconosciuto dal Battista, chiama i primi discepoli e noi con loro. Non c'è bisogno di chissà quale qualità per far parte della compagnia dei Dodici: discepoli del Battista, pescatori, stranieri come Filippo e - oggi - incontriamo il grande Natanaele, che conosciamo meglio come Bartolomeo. Natanaele è un uomo che conosce bene la Scrittura (Vero: Nazareth non mai citata in tutta la Bibbia) e che è fiero dei suoi pregiudizi. Insomma una vera linguaccia, un gran brutto carattere; eppure Gesù, quando lo avvicina, ne sottolinea la franchezza, la schiettezza e Natanaele, probabilmente abituato a doversi difendere a causa del suo brutto carattere, è affascinato da tanta delicatezza e diventa discepolo. Gesù vede in positivo anche ciò che di noi rappresenta un problema, riesce a sottolineare la speranza anche nella grettezza e nella cupezza e ciò spalanca i cuori, allarga i sorrisi, suscita la fede, come in Natanaele che si arrende e nello slancio già lo riconosce Figlio di Dio (bum!). Animo, amici, anche se abbiamo un brutto carattere il Signore ci chiama ad essere suoi discepoli! E impariamo da lui, dal Rabbì, a saper vedere e valorizzare chi ci sta intorno in questa giornata, anche se, all'apparenza, è un caratteraccio, come Natanaele. Impariamo da Dio a vedere il positivo che egli ha messo nel cuore di ogni uomo, nel nostro come in quello di tutte le persone (anche antipatiche) che oggi incontreremo...