Omelia (09-01-2008)
Paolo Curtaz


"Coraggio, sono io, non abbiate paura!" Anche a noi, nella vita, accade di restare in mezzo al lago in tempesta. Sì, ci siamo affidati, abbiamo dato del nostro, abbiamo accolto la buona notizia e ci siamo convertiti. Ma non basta, non è sufficiente per rendere semplice e lineare la nostra vita. Accade, semplicemente, di faticare, di tribolare, di non farcela, di remare controcorrente. Al cristiano, lo sapete bene amici, non è risparmiata la fatica di vivere, né la paura nell'attraversare il mare della vita, né sono evitate le prove. Dio non è un assicuratore sulla vita, non ci garantisce una vita avvolta nella bambagia. Al cristiano, però, è data la gioia straordinaria di vedersi raggiungere, in mezzo alle difficoltà, proprio dal Signore. Il rischio è di non riconoscerlo, di scambiarlo per un fantasma, tanta è la paura che ci impedisce di vivere. Animo, amici: sulla barca viene il Signore, anzi ci vuole oltrepassare, andare oltre. Il nostro cuore non sia indurito dalla vita, non lasciamoci affondare dal dolore. Se, come gli apostoli ieri, abbiamo capito il gesto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il valore e la gioia del dono di sé, distogliamo lo sguardo dai nostri problemi per accorgerci della fame del vicino. Apriamo i nostri cuori rigidi e induriti e mettiamo da parte la paura, ogni tipo di paura per accogliere sulla barca della vita il nostro Maestro. In mezzo alla tempesta, qualunque tempesta, nel cuore della notte, di ogni notte, il Signore ci raggiunge e ci dice: "Non avere paura!".