Omelia (15-01-2008)
Paolo Curtaz


Il primo miracolo che Gesù compie nel Vangelo di Marco è la guarigione, nella sinagoga, di un uomo indemoniato. È come se Marco/Pietro dicessero a noi lettori: "non andate a cercare il male fuori dalla vostra comunità, cominciate col liberare il vostro cuore dalla tenebra!" L'indemoniato riconosce Gesù e grida "Che c'entri con noi Gesù Nazareno?" L'indemoniato abita in sinagoga, professa la fede (sa che Gesù è il santo di Dio, cosa che gli altri ignorano) e si discosta da Gesù che reputa un estraneo. Esiste (ed è molto diffuso!) un atteggiamento demoniaco della religione che, pur permettendoci di frequentare la chiesa, ci lascia estranei alla fede; esiste un atteggiamento tenebroso che lascia la fede nel "conoscere" senza diventare vita vera. Sono degli atteggiamenti da superare, da guarire: il Maestro, che insegna con autorevolezza, desidera una fede che diventa vita, che ti ribalta dentro, che ti cambia gli atteggiamenti concreti, che riempie di significato e gioia la celebrazione senza ridurla a sterile ritualità. Siamo così abituati a pensare che la negatività abiti "fuori" dalle nostre comunità da dimenticarci che - invece -la parte oscura è dentro i nostri atteggiamenti. Chiediamo al Signore, in questa giornata che iniziamo alla luce della Parola, di rendere chiari e trasparenti i nostri cuori, di rendere autentiche e discepole le nostre comunità. Gesù Nazareno c'entra molto con noi e il santo di Dio è venuto per salvarci con l'autorevolezza che gli viene dall'amarci.