Omelia (24-01-2008) |
Paolo Curtaz |
Prega con noi, oggi, san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, uomo mite, grande maestro di vita spirituale, patrono dei giornalisti lui, ideatore di una serie di libri di consigli spirituali per laici. Chiediamogli che il mondo dell'informazione sia sempre a servizio della verità e del bene. Quella di oggi è una pagina curiosa, imbarazzante (quindi senz'altro vera!), che pone un problema non indifferente del rapporto fra Gesù e la sua famiglia di origine, sconcertata dal tipo di vita che sta conducendo il Signore. Gesù, lo avete letto, è preso per matto a causa della sua attività talmente frenetica da non avere più un minuto da dedicare al riposo. I suoi famigliari si vergognano di lui, la gente mormora, tutti sono straniti da questo ex-falegname che fa il Profeta senza averne titolo. Nulla di nuovo sotto il sole! Quante volte la gente si dichiara credente - certo - ma ti invita a non esagerare, a non essere troppo idealista, a essere cattolico, sì, ma non fanatico, non bigotto. Ne ho conosciute di catechiste, di animatori, di amici convertiti gettare il loro tempo nel cuore di Dio, lasciare tutto e partire in Africa e sentirsi dare dei matti. Ne ho visti degli adulti riscoprire il Vangelo (da adulti) ed essere guardati con sospetto dai colleghi d'ufficio! Siamo onesti: la logica del Vangelo stride e sconcerta, è leggermente folle rispetto alla posata e condivisa logica del mondo, all'ipocirto buonismo e al rigido moralismo che - spesso - sostituisce la vera fede. Mettiamolo in conto: se hanno dato del fuori di testa a Gesù per il suo stile di vita, può capitare anche a noi di non essere capiti a causa delle nostre scelte di donare tempo e cuore al Regno di Dio! Ma siamo in buona compagnia, no? |