Omelia (28-01-2008) |
Paolo Curtaz |
Inizia con noi la settimana Tommaso d'Aquino, un gigante del pensiero teologico, un grande appassionato di Cristo e della verità che, con la sua Summa Teologica, ha raggiunto le vette della riflessione su Dio. La Parola viene continuamente seminata nei nostri cuori, e abbiamo la fortuna immensa di poterla leggere, di poterla meditare, grazia questa impensabile anche solo cento anni fa. Il Concilio Vaticano ha finalmente restituito la Parola ad ogni discepolo, dando la possibilità ad ognuno di farla propria, di studiarla, di conoscerla, Eppure questa parola troppe volte giace impolverata nelle nostre biblioteche, riecheggia stanca e stonata dai nostri pulpiti. Dio insiste: fin sulle pietre getta i sassi, non si sa mai. A noi che abbiamo accolto la Parola il Signore chiede attenzione, una volta accolta la Parola il rischio è scoraggiarsi o dimenticarsene. Senza malizia, senza colpa, amici, ma oggi ci vuole il coraggio dei santi e l'ardire dei martiri per restare cristiani in un mondo dimentico dell'essenziale. Ecco perché abbiamo bisogno di piccoli segni, come questo piccolo mensile, per fecondare continuamente il nostro terreno. Animo, amici che avete accolto la Parola, non confondiamola con mille altre parole, scriviamola nei nostri cuori, basta una frase ogni giorno, un piccolo appunto sull'agenda, un post-it sull'abat-jour. La Parola che ascoltiamo può davvero scardinare le nostre monotonie, riempire di gioia il nostro agire, rallegrare la nostra giornata. La Parola accolta e meditata quotidianamente cambia nel profondo la nostra conoscenza di Dio. Restando consapevoli del nostro limite potremo davvero portare frutto dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno! |