Omelia (29-01-2008) |
Paolo Curtaz |
Abbiamo incontrato il Maestro, siamo stati arati dalla vita e il Signore ha seminato la sua Parola per portare frutto cento volte tanto. La Parola ha illuminato la nostra vita, abbiamo riconosciuto nel Signore Gesù che egli è la luce nel mondo. Dio vuole che la luce dilaghi, vuole che il bene contagi i nostri e gli altrui cuori. Senza sforzi: la candela fa luce senza saperlo, la fa perché è accesa. La testimonianza, ci dice il Signore oggi, passa attraverso la misericordia. Non attraverso le grandi opere, né le doverose scelte pastorali, né attraverso le organizzazioni ecclesiali, ma attraverso la tenerezza del giudizio. La misericordia che è l'incontro fra la nostra miseria e il cuore di Dio, è l'unico annuncio che azzera le diffidenze, che disarma la violenza degli atteggiamenti. La misericordia è il modo e il contenuto del nostro annuncio. Gesù non è venuto per giudicare il mondo, ma perché il mondo di salvi attraverso di lui. E su questo dobbiamo essere esigenti con noi stessi, siamo chiamati a vedere gli altri e il mondo come Dio li vede, con compassione e benevolenza. La tenerezza converte i cuori, la compassione e la pazienza, la misericordia e la benevolenza spalavano il cuore a Dio! Perché se noi cristiani non siamo capaci di essere misericordiosi, ditemi, chi mai potrà esserlo? Se non diventiamo maestri dell'accolgienza e del perdono, chi mai lo sarà? Ecco un bell'impegno per la nostra giornata: usare misericordia verso noi stessi e i fratelli. Così facendo diventeremo luce. |