Omelia (01-02-2008) |
Paolo Curtaz |
Nel Vangelo di oggi Gesù sdrammatizza la nostra ansia spirituale e prende un po' in giro i nostri improbabili progressi spirituali. Normalmente è una preoccupazione che prende le persone che, dopo un lungo periodo di indifferenza, scoprono improvvisamente la propria vita interiore, magari dopo un'esperienza forte, che so, un ritiro, un pellegrinaggio l'adesione ad un movimento. Succede, allora, di scoprirsi entusiasti, pieni di fuoco interiore, di vedere la propria vita cambiata. Poi, inevitabilmente, sorgono le prime difficoltà, si resta spiazzati e ci si chiede: dove sto sbagliando? Tranquilli, amici! Il contadino non sta a vegliare di notte guardando inquieto il terreno! Il seme cresce anche se dormiamo, la sua crescita non dipende dall'ansia del contadino! Se abbiamo accolto il seme della Parola, la novità dell'annuncio, se abbiamo con onestà aperto il nostro cuore all'amore sconosciuto di Dio, dormiamo sonni tranquilli. Pensate forse che Dio si lasci fermare dalla nostra incostanza? O dalle nostre depressioni? Chi ci potrà separare dall'amore di Dio? Siamo preziosi ai suoi occhi! Tranquilli, amici: il Signore non ci abbandona mai. E se anche la nostra fede è poca cosa, guardate al seme di senapa. È un seme simile alla polvere, ma quando cresce diventa un grosso arbusto alto più di un metro. Appena diamo spazio a Dio, la sua presenza invade la vostra vita. Se lasciamo il timone della nostra barca in mano a Dio, sarà lui a condurci, è lui che fa crescere il piccolo seme del Regno in noi. |