Omelia (06-02-2008)
Paolo Curtaz


«Ricordati che sei polvere», con l'austero segno dell'imposizione delle ceneri e il digiuno iniziamo il percorso della Quaresima: quaranta giorni seguendo Gesù nel deserto alla riscoperta dell'essenzialità, è una splendida occasione di riscoperta dell'interiorità!

Buona Quaresima amici lettori! Oggi iniziano i quaranta giorni di deserto, giorni che ogni anno i cristiani si dedicano nel segno della verità e della scoperta di se stessi, giorni utili a riscoprire la solidarietà verso i fratelli e correggere il tiro se vediamo di essere fuori percorso per raggiungere il traguardo del Regno. È un giorno di digiuno oggi, in cui siamo chiamati a saltare uno o più pasti e a tenerci leggeri, per ricordare alla nostra società preoccupata del sovrappeso che troppi nostri fratelli sono invece inquieti per il pane quotidiano. Digiuno che ci richiama al fatto che non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Se poi avrete la possibilità di partecipare ad una funzione resterete - spero - piacevolmente stupiti da quel gesto anticonformista e dispettoso delle ceneri e dal monito del celebrante che - mentre segna la nostra fronte con della leggera e grigia cenere - ci dirà: ricordati che sei polvere. Sano e politicamente scorretto invito alla verità: non siamo che polvere. Ce lo ricordessimo quando ci sbraniamo nei Consigli di amministrazione o nelle riunioni di condominio! Ce lo ripetessimo e ancora e ancora quando nelle nostre comunità troviamo il tempo di erigere barricare tra credenti e più credenti. Ce lo marchiassimo a fuoco nella memoria quando sentiamo l'insoddisfazione e la noia nascere subdoli nel cuore. Siamo polvere che Dio trasfigura e illumina, ma siamo polvere.