Omelia (04-03-2008) |
Paolo Curtaz |
"Vuoi guarire?" Resto sempre perplesso dell'ovvietà delle domande del Signore Gesù. Almeno all'apparenza. Poi, scavando, scopro una sottile e attualissima sensibilità del Signore, una conoscenza fuori dell'ordinario, per un uomo del suo tempo, dei meccanismi e delle capacità di analisi dell'inconscio umano che Gesù possedeva. A tutti verrebbe da dire: "Certo che sì! Ma che cavolo di domande poni?" Invece il paralitico è sincero: "Nessuno mi porta in acqua". No, non era per nulla scontato guarire. Mendicante da sempre, il paralitico si è fatto una ragione della sua malattia e ne trae un mezzo di sussistenza. Si aspetta dagli altri di essere messo nell'acqua, dagli altri una soluzione. La domanda del Signore è, perciò, straordinariamente rispettosa. Vuoi guarire? Sei disposto a cambiare vita, a mettere del tuo? Spesso solo a parole vogliamo uscire da una situazione di sofferenza o di peccato: è molto più semplice cercare delle soluzioni improvvisate che mettere in discussione un proprio atteggiamento consolidato negli anni. Il Signore conosce questa sottile arma dell'avversario: il pantano nebbioso e rassegnato in cui ci fermiamo aspettando il miracolo. E ci chiede, da adulto: davvero vuoi cambiare? Quaresima è un'occasione di cambiamento, non una devota penitenza, quaresima è l'occasione di convertire il nostro cuore. Ma solo se lo vogliamo davvero... |