Omelia (06-03-2008)
Paolo Curtaz


Giovanni concepisce il suo vangelo come un lungo processo tra luce e tenebre e, nell'ennesima discussione di oggi, Gesù afferma due scomode verità. La prima è che la testimonianza su chi è Dio passa attraverso la parola dei profeti, le opere del Padre e la Scrittura. Dio non ci manda una e-mail per manifestarsi, ed è piuttosto allergico ai miracoli: le sue parole usano la voce di uomini e donne che, come il Battista, colgono di lui cose che noi fatichiamo a vedere. Di più: guardandoci intorno col cuore spalancato riusciamo a trovare le tracce della sua presenza nelle opere del Creato e degli eventi. Infine Dio si manifesta attraverso la sua Parola scritta... ed è proprio ciò che stiamo cercando di fare! La seconda verità ci è ancora più scomoda: Gesù dice che non può essere riconosciuto da coloro che prendono gloria gli uni dagli altri. Ah, che dura verità è questa! Se sono tutto coinvolto e assorbito dalla mia esteriorità e da ciò che pensa la gente di me, difficilmente riuscirò ad essere sufficientemente libero per scoprire la presenza di Dio. Se sono più compiaciuto della domanda che ho posto e che denota la mia intelligenza che della risposta che mi conduce alla verità tutta intera, difficilmente riuscirò a fare spazio a Dio. Animo, fratelli, cerchiamo l'unico che dona la gloria, lasciamo perdere la fragile ed effimera gloria degli uomini!