Omelia (08-03-2008) |
Paolo Curtaz |
Gesù è segno di contraddizione. Al culmine della disputa con i farisei e i capi del Sinedrio troviamo il divertente episodio di oggi dei soldati che quasi si convertono, dimenticando di arrestare l'ingombrante profeta di Nazareth. Il povero Nicodemo, che nel vangelo di Giovanni fa la parte del giusto di Israele che, però, non ha il coraggio di schierarsi a causa del suo ruolo sociale, viene pesantemente insultato dai membri del Sinedrio per il suo atteggiamento troppo morbido verso Gesù. Non riconoscere Gesù porta alla divisione anche tra gli uomini di fede, ognuno resta sulle proprie posizioni, torna a casa sua stizzito e impettito. Si respira un'aria di incomprensione e di solitudine in questo Vangelo e - esasperati - anche gli uomini del Sinedrio manifestano il proprio pensiero: la gente è maledetta, il popolino, accusato di non seguire il Sinedrio ma il proprio intuito e il fascino del Nazareno, viene disprezzato. Non così Gesù che amerà benedicendo la povera gente, non così Gesù, che preferirà rinunciare alle proprie posizioni sociali e alla propria fama per manifestare fino alla morte il suo amore per l'umanità e non per le proprie convinzioni teologiche! Che il Signore converta le istituzioni che scordano per cosa esistono, che dimenticano di essere sempre e solo a servizio della verità e non del proprio potere, anche se santo, anche se religioso... |