Omelia (17-03-2008)
Paolo Curtaz


Nella banalità di questa giornata, amici, inizia la settimana più importante dell'anno, l'ultima settimana di vita del Maestro Gesù, ripercorreremo, ora dopo ora, gli eventi, gli incontri, le emozioni degli ultimi giorni del Signore. Sta per accadere, poiché è accaduto, davvero il Signore ha donato la sua vita per noi, davvero quel suo ultimo gesto di spogliazione e di dono di sé ha cambiato, riempiendola di stupore, ogni vita, ogni desiderio. Con che stato d'animo il Signore avrà affrontato quei giorni? Con quanta paura e speranza e turbamento è salito a Gerusalemme? Servirà davvero ciò che sta per accadere? Porterà da qualche parte questo dono di sé così inaudito? Capirà, finalmente, l'uomo chi è Dio e cosa pensa e quanto ama? Tutto è appeso a un filo, tutto ruota intorno all'entusiasmante e tragica capacità dell'uomo di scegliere, di piegare il proprio cuore, di spiccare il volo. Gesù è tragicamente solo davanti al suo destino. Attende, prega, gusta i pasti con i propri ignari amici con il pensiero costantemente rivolto a ciò che può accadere, e che accadrà. Anche noi, all'inizio della grande settimana, carbonari della fede, digitando al computer e spolverando casa, siamo invitati a volgere il pensiero, a riflettere e meditare e commuoverci e stupirci. Come un vaso pieno di prezioso profumo, siamo chiamati a versare la nostra lode, il nostro silenzio, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine in questi giorni essenziali per le nostre comunità. Buona settimana santa, amici.