Omelia (19-03-2008) |
Paolo Curtaz |
«Il Maestro ti manda a dire: farò la Pasqua da te con i miei discepoli». Il Signore ci chiede accoglienza, oggi, per celebrare la Pasqua con i suoi discepoli, siamo chiamati a fare della nostra vita una stanza addobbata dove il Signore possa sedersi a mensa e donarsi. Gli doneremo questa opportunità? O ci terremo alla porta a sbirciare, o ci lasceremo spaventare dalla nostra pochezza? Leggete, amici, leggete: il Signore vuole che alla sua cena partecipi anche Giuda, non mette condizioni, non occorre essere bravi ragazzi per accogliere la sua Parola, il Signore viene e si dona. Sono ormai le ultime ore, Gesù sente che l'epilogo è vicino e vuole compiere un gesto unico, straordinario, un gesto di dono definitivo. Poi sarà il silenzio, starà a noi capire e schierarci, accogliere in silenzio e commozione il dono di un Dio che muore per amore. Giuda ha chiuso il suo cuore, il suo migliore amico è venduto al prezzo di uno schiavo, Povero Giuda! Chissà cos'avrà creduto di fare! Chissà cosa sperava di ottenere con quel brutto pasticcio! Ingannato dal Sinedrio diventa ingannatore ed è travolto dalla tenebra. Monito per tutti noi: non basta avere conosciuto il Signore, averlo seguito, avere lasciato tutto per diventare suoi discepoli; l'avversario ci è accanto, ci può trarre tragicamente in inganno: occorre vegliare. Il Signore farà la Pasqua da me, quest'anno. |