Omelia (24-03-2008)
Paolo Curtaz


Gesù è risorto! Gesù è vivo, smettiamo di cercarlo tra i ricordi, smettiamo di cercarlo tra i morti del passato, egli è vivo, è qui, è raggiungibile, è accessibile e incontrabile. Questa notizia l'abbiamo celebrata dopo quaranta giorni di deserto e ora per cinquanta giorni la ripeteremo e la celebreremo! Gesù è vivo, ma i discepoli, come vedremo, fanno fatica a riconoscerlo, sono ancora tutti legati al proprio dolore. La gioia cristiana è una tristezza superata e non c'è che un modo per superare il dolore: non amarlo, non affezionarvici. Le donne che scappano dal sepolcro intimorite e turbate e nel loro cammino di ritorno incontrano Gesù che affida loro un compito: devono convincere i discepoli a tornare in Galilea, là lo troveranno. E così accade solo che, come veniamo a sapere da Luca, il cuore ottuso e indurito degli apostoli stenterà a dar retta a queste donne. In Galilea: lì, nei pressi del lago, tutti sono stati chiamati, tutto è iniziato. Ora gli apostoli sono invitati, in un certo modo, a tornare alle fonti, a riscoprire e rileggere la loro storia alla luce della resurrezione. Anche noi, tiepidi come i discepoli, siamo invitati a tornare alle sorgenti, alle origini della nostra fede, a quella esperienza rigenerante e sconvolgente che - per prima - ci ha fatto incontrare il Maestro come Signore della nostra vita. Buon cammino di Pasqua amici, lasciamoci incontrare dal Risorto, non opponiamo incredulità alla sua luce!