Omelia (01-04-2008) |
Paolo Curtaz |
Nicodemo è un maestro, conosce le Scritture. Ha studiato, è una figura di spicco tra il suo gruppo di devoti, è rispettato e lodato. Eppure gli manca l'essenziale: la sua è una conoscenza dal "basso", gli manca ciò che viene dall'"alto". Grande Nicodemo! Quante volte ti incontro nel volto di amici realizzati, preparati, competenti, attivi, eppure smarriti nel loro cuore, incapaci e analfabeti delle Parole del Rabbì, timorosi e infantili nel loro approccio a Dio. Dedichiamo tempo ed energia e studio al "dentro", all'essenziale, per essere e diventare capaci di luce, per capire le fitte trame di luce che Dio intesse nelle pieghe dell'umanità! Chiediamo allo Spirito di renderci capaci di leggere la storia, la nostra storia, e di rinascere dall'alto. Non basta "conoscere" la fede, occorre credere, fidarsi, schierarsi, aderire, donarsi. La strada per accogliere lo Spirito che, come un vento birichino, entra dalle fessure della nostra anima, è la meditazione del dono di Dio in Gesù crocefisso, l'essere appeso, innalzato come il serpente nel deserto che ci/mi dice qual è il vero volto di Dio e ci spalanca il cuore alla fede. La volontà di Dio è sempre e solo il bene dei suoi figli e il suo desiderio è che ognuno si apra alla scoperta del volto dell'Altissimo. Lasciamo lavorare lo Spirito, amici, che viene quando meno ce lo aspettiamo, che interviene nella nostra vita, che ci cambia il cuore. Lasciamolo lavorare. |