Omelia (07-04-2008) |
Paolo Curtaz |
Commento su Giovanni 6,22-29 No, non cambieremo mai. Ha ragione la folla: questo Rabbì ha davvero la puzza sotto il naso, perché scappa? Stavano per farlo re! Perché rifiuta così palesemente ciò che tutti cercano? Perché Dio, per cortesia, non si adegua ai nostri stereotipi, si lasci incensare e venerare e, in cambio, ci riempia la pancia! Niente da fare, Gesù è sconcertato dal risultato del più eclatante dei suoi miracoli che segna l'inizio della sua fine. La gente non ha capito, ovvio: il miracolo voleva dire "Se metti in gioco quel poco che hai, come fa il ragazzo, tutti saranno saziati, mettiti in gioco, piantala di chiedere e dona del tuo, e Dio farà il miracolo!" e la folla ha capito l'esatto contrario: Dio ti sfama gratis. Chi di noi non voterebbe un governo che, invece di chiedere dei soldi, ce ne regalasse? Che tristezza, amici, che sconforto... Quando ci convertiremo, infine, quando la smetteremo di pensare a Dio come ad un potente da corrompere, un mafioso da convincere e vedremo il volto di un Dio fragile che ci chiede di donare come lui è tutto dono, tutto cuore, tutto luce? Ai discepoli il Signore chiede di imitare il dono di sé, di uscire dalla triste logica di un Dio tuttofare alla stupefacente notizia di un Dio che ci chiede collaborazione, Signore, aiutaci a credere che tu sei infinitamente diverso dalla meschina immagine che ci facciamo di te! |